I direttori generali delle Università: «Bene il patto per il lavoro pubblico»

Il ministro della PA Renato Brunetta
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Lunedì 22 Marzo 2021, 22:09

La Giunta del CoDAU – Convegno dei Direttori Generali delle Amministrazioni Universitarie - ha espresso soddisfazione per l’approccio del Governo in tema di organizzazione del lavoro pubblico e relazioni sindacali, che prende avvio con la sottoscrizione del Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale del 10 marzo 2021, apprezzandone la focalizzazione su contratti, assunzioni e carriere e l’esortazione a fare alleanza per rinnovare la PA.

In questo contesto - argomenta il CoDAU - è necessario prendere atto dell’attuale livello medio di produttività del pubblico impiego, dei numerosi vincoli che hanno reso difficile e limitato alle sole competenze giuridico-amministrative l’accesso al pubblico impiego e della mancanza di competenze orientate all’innovazione; in breve: dei fattori che contribuiscono a rendere il personale della PA italiana quello con l’età media più alta d’Europa.

«Il CoDAU accoglie con grande attenzione la sottoscrizione del Patto per l’innovazione della PA e la coesione sociale. Le università italiane sentono l’urgenza del rinnovamento degli strumenti a disposizione della PA al fine di rimanere competitive sul piano internazionale.

Pertanto siamo pronti a dare un contributo concreto che nasce dall’esperienza maturata nel profondo rinnovamento che ha interessato negli ultimi anni le università italiane» ha dichiarato Alberto Scuttari, Presidente del CoDAU e Direttore Generale dell’Università di Padova. E ha proseguito: «Il CoDAU è disponibile a partecipare attivamente al miglioramento degli strumenti di gestione del sistema universitario e della PA italiana, mettendo a disposizione il proprio know-how, per lo sviluppo di figure professionali compatibili con le esigenze della nuova Pubblica Amministrazione».

In vista degli annunciati provvedimenti legislativi, attesi per aprile, i dirigenti universitari auspicano la semplificazione nelle politiche di reclutamento, la revisione dei tetti di spesa per i contratti flessibili e la semplificazione dei meccanismi di selezione di professionalità tecniche, così indispensabili per l’attuazione dei progetti.

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