Secondo le previsioni del Mise la dismissione generalizzata della codifica DVBT/MPEG-2 sarà poi definita con "un successivo provvedimento da emanare entro la fine del 2021, a seguito della verifica degli effetti delle misure tecniche, finanziarie e di comunicazione". L'attivazione dello standard DVBT-2 a livello nazionale sarà, invece, disposta a partire dal 1 gennaio 2023 (invece che dal 1 luglio 2022), in quanto il ministero ritiene necessario "un periodo più ampio per l'implementazione a regime del nuovo standard".
Per preparare i cittadini alla transizione a partire dalle prossime settimane verrà avviata un'intensa campagna di comunicazione accompagnata da nuovi contributi per la sostituzione dei vecchi televisori aperti a tutti i cittadini senza vincoli di reddito e ISEE. "L'obiettivo – spiega il Mise – è conseguire una ampia diffusione degli apparecchi di ricezione televisivi dotati delle nuove tecnologie".
"Durante il periodo transitorio – si legge nel documento – gli operatori di rete possono effettuare la trasmissione di uno o più programmi con la codifica DVBT/MPEG-4 o codifiche e standard più evoluti in anticipo rispetto alle scadenze fissate". Le emittenti televisive potranno quindi scegliere, previa comunicazione agli utenti, di iniziare a trasmettere alcuni canali in Mpeg4.
Dopo il passaggio dall'analogico al digitale terrestre (2008-2012), la migrazione al Dvb-T2 (Digital Video Broadcasting – Second Generation Terrestrial) e la nuova codifica del segnale HEVC Main10 (High Efficiency Video Coding) consentirà di risparmiare banda, ma di ottenere allo stesso tempo migliori risultati in termini di trasmissione audio e video, grazie alla codifica HEVC Main10 (High Efficiency Video Coding). Rispetto all'attuale, il nuovo standard consentirà, infatti, un miglioramento della qualità visiva, dell'alta definizione ed il rilascio delle frequenze in banda 694-790 MHz (la cosiddetta "banda 700", per i servizi mobili 5G). Un passaggio che si rende necessario dal momento che la Comunità Europea ha disposto la cessione della banda 700 MHz alla telefonia mobile per fronteggiare la crescita esponenziale della domanda di traffico dati in mobilità. Con la migrazione al DVB-T2 le emittenti TV potranno, così, continuare a trasmettere la stessa quantità di canali, aumentandone possibilmente risoluzione e qualità.
Oltre a un guadagno in efficienza nell'uso dello spettro, tale cambiamento comporterà anche un minore inquinamento elettromagnetico data la trasmissione del segnale a potenza più bassa.
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