Istat, verosimile crescita pil dello 0,2% nonostante incertezze

Istat, verosimile crescita pil dello 0,2% nonostante incertezze
2 Minuti di Lettura
Martedì 16 Aprile 2019, 11:30 - Ultimo aggiornamento: 12:11
L'Istat giudica "verosimile" la previsione di crescita del PIL a +0,2% formulata nel DEF, a dispetto di un quadro caratterizzato da notevoli incertezze. Lo ha detto il presidente dell'Istat Gian Carlo Blangiardo, nel corso dell'audizione sul DEF dinanzi alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, citando i più recenti dati macroeconomici che segnalano un recupero dell'attività produttiva rispetto a fine 2018.

"Non possiamo essere eccessivamente ottimisti, però non possiamo neanche essere decisamente pessimisti. Cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno", ha poi precisato il presidente dell'Istat dopo la sua relazione, ammettendo che "c'è la sensazione che qualcosa si muova" e bisogna "essere pazienti" per verificare dagli ultimi dati se la sensazione è giusta.

L'aumento IVA nel 2020 determinato dalle clausole di salvaguardia - secondo l'Istat - non sarebbe pienamente incorporato nei prezzi ed avrebbe un effetto depressivo sui consumi nell'ordine di 0,2 punti percentuali.

L'Istat ritiene anche che il Dl Crescita possa generare una riduzione del prelievo fiscale sulle imprese di 2,2 punti percentuali, grazie all'impatto positivo di una serie di misure fra cui la reintroduzione del super-ammortamento e le modifiche della mini-Ires
Per quanto concerne il super ammortamento si stima un vantaggio fiscale contenuto (0,5% di risparmio Ires) con un impatto maggiore sulle medie imprese (sconto di imposta dell'1%) e minore sulle micro-imprese e su quelle con 500 e più addetti (0,3%). Per lamini-Ires si prevede un risparmio fiscale complessivo dell'1,7% con una riduzione maggiore per le imprese a medio-bassa intensità tecnologica (-2,9% di debito d'imposta IRES) e per le imprese di medie dimensioni e le multinazionali (-2,8% per entrambe le tipologie).

Riguardo al reddito di cittadinanza, Blangiardo ha affermato che dovrebbero ammontare a circa 900 mila i beneficiari del reddito di cittadinanza e che, di questi circa 400 mila sono oggi inattivi e 500 mila risultano attualmente in cerca di occupazione.

 
© RIPRODUZIONE RISERVATA