Decretone, pensioni: pace contributiva estesa a 10 anni con 120 rate

Decretone, pensioni: pace contributiva estesa a 10 anni con 120 rate
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Lunedì 18 Febbraio 2019, 12:00
(Teleborsa) - Prosegue, al Senato, l'esame del cosiddetto Decretone che contiene le norme sul Reddito di cittadinanza e Quota 100. La Commissione si riunirà oggi alle 18 per poi proseguire in notturna e continuare domani dalle 14.30 e alle 21. Restano da esaminare, infatti, 65 degli oltre 1.600 emendamenti presentati, su cui sono ancora attesi i pareri della Commissione Bilancio per i profili finanziari.

Dopo gli ultimi passaggi in Commissione il Decretone si prepara, così, ad approdare in Aula al Senato, probabilmente, mercoledì per la conversione del provvedimento, con uno slittamento di un giorno rispetto alla data fissata per il 19 febbraio.

Tra i ritocchi che il Governo sta mettendo a punto vi è l'estensione, da cinque a dieci anni, della rateizzazione collegata alla cosiddetta "pace contributiva". Le rate mensili dovrebbero passare, così, da 60 a 120 per un importo minimo di 30 euro. Un meccanismo volto a consentire ai lavoratori in attività dal 1° gennaio 1996 di riscattare del tutto, o in parte, i periodi non coperti da contribuzione.

Sarebbe, poi, allo studio un ulteriore correttivo grazie al quale tale possibilità verrebbe garantita ai lavoratori stagionali anche per le "annualità" fino a tutto il 31 dicembre 1995, quindi antecedenti il 1996.

Oltre a questi due emendamenti, un'altra modifica che, con tutta probabilità, verrà presentata in commissione Lavoro al Senato o nel passaggio del Dl alla Camera, è quella che consente alla lavoratrici madri con un figlio disabile di accedere alla pensione con tre anni di contribuzione in meno, 35 anziché 38. In questo modo la "quota" fissata dal decreto per le nuove uscite anticipate nel triennio di sperimentazione scenderebbe da 100 a 97.

Niente da fare, invece, almeno per il momento, per l'emendamento dei Cinque Stelle sul taglio alle pensioni dei sindacalisti sul quale è subito arrivato lo stop della Commissione Bilancio di Palazzo Madama, chiamata a valutare i profili finanziari delle proposte di modifiche. La modifica che prevedeva la revisione del conteggio dei contributi figurativi negli anni di aspettativa per attività sindacale e il progressivo ricalcolo contributivo dell'assegno per chi già percepisce un trattamento pensionistico secondo il vecchio sistema retributivo, dovrà essere riformulata e ripresentata in aula al Senato o alla Camera .

Ancora in sospeso, invece, gli emendamenti, sul rafforzamento del reddito di cittadinanza per le famiglie con disabili e l'ampliamento della scala di equivalenza per non sfavorire i nuclei più numerosi. Per questi, come per altri emendamenti, la questione centrale restano le coperture. Al vaglio anche la modifica con cui l'esecutivo vorrebbe innalzare il tetto anagrafico, ora fissato a 45 anni, per i riscatti agevolati della laurea e l'intervento salva-esodati raccordato alla pace contributiva.

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