Auto, in arrivo più incentivi e non solo sulle vetture elettriche

Auto, in arrivo più incentivi e non solo sulle vetture elettriche
di Luca Cifoni
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Giovedì 4 Giugno 2020, 10:54 - Ultimo aggiornamento: 5 Giugno, 09:45

Non sono pochi i settori e le categorie che hanno lamentato di essere rimasti esclusi dalle misure di sostegno del decreto Rilancio, o comunque di aver ricevuto un aiuto insufficiente rispetto alle effettive necessità. Ma le rimostranze dell'automotive sono accompagnate e rese più concrete dai numeri disastrosi delle vendite: se ad aprile le immatricolazioni si erano sostanzialmente azzerate, nel mese di maggio, nel quale le limitazioni alla circolazione sono state almeno parzialmente allentate, il calo è stato comunque di circa il 50 per cento: segno che la ripresa è lenta e non c'è stato alcun particolare rimbalzo rispetto alla fase di lockdown. Nella maggioranza crescono quindi le posizioni favorevoli ad una correzione di rotta rispetto all'assetto del provvedimento, che prevede due soli interventi: il rafforzamento (con 100 milioni) degli incentivi destinati però essenzialmente all'elettrico e uno stanziamento di 25 milioni per la realizzazione di un centro di eccellenza a Torino. Niente quindi che possa avere un impatto sulla situazione attuale, visto che l'elettrico rappresenta al momento una porzione limitata delle immatricolazioni.

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L'idea che circola è invece allargare gli incentivi ai motori tradizionali, in ogni caso di concezione avanzata e con basse emissioni. Difficile però che possa essere un intervento su larga scala. Tutte le proposte di modifica si scontreranno con il più classico dei problemi, quello delle risorse finanziarie. Il decreto va a incrementare il deficit di 55 miliardi, che si aggiungono ai 25 già previsti con il precedente decreto Cura Italia. Al momento però non è possibile andare oltre e dunque gli emendamenti potranno fare affidamento sulla tradizionale dote messa a disposizione dal governo, sotto forma di coperture alternative, che si aggira sugli 800 milioni. Soldi che i deputati dovranno farsi bastare per tutto. Il termine per la presentazione degli emendamenti è stato spostato alle 16 di oggi pomeriggio: ne sono attesi a migliaia, ma naturalmente solo una piccolissima parte è destinata ad andare in porto: e si tratterà principalmente di quelli che porteranno la firma dei relatori o dello stesso governo.
I problemi da risolvere sono diversi. Gli enti territoriali (i Comuni ma anche le Regioni) chiedono più risorse per poter far fronte ad una situazione finanziaria resa precaria dall'aumento delle erogazioni sociali contemporaneo al crollo di alcune voci di entrata (ad esempio quelle legate ai biglietti del trasporto pubblico locale). C'è poi il tema della cassa integrazione: le pur ingenti risorse rese disponibili potrebbero non essere sufficienti a tamponare un rallentamento prolungato dell'attività economica. Il meccanismo fissato nel decreto prevede un utilizzo frazionato, con limiti temporali che secondo le imprese potrebbero portare a buchi nell'erogazione delle indennità, in particolare nel periodo estivo. La soluzione può venire se non da un incremento della dotazione complessiva da una sua redistribuzione tra i vari settori, in base alle esigenze concrete che si manifesteranno e quindi al tiraggio effettivo della Cig. Un'altra norma che sarà sicuramente rivista è quella relativa al cosiddetto super-bonus, la detrazione del 110 per cento riconosciuta a fronte di spese per interventi di riqualificazione energetica degli edifici e di prevenzione anti-sismica. L'agevolazione per l'efficienza energetica non riguarda attualmente le secondo case di tipo unifamiliare: l'estensione è data per probabile. Inoltre la durata della misura potrebbe essere estesa.

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