Decreto liquidità, ok dell’Ue: partite le domande dalle Pmi ma non c’è scudo per le banche

Decreto liquidità, ok dell’Ue: partite le domande dalle Pmi ma non c’è scudo per le banche
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Mercoledì 15 Aprile 2020, 09:05

La macchina della liquidità sembra partita. A cinque giorni dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del Dl Liquidità è arrivato il via libera Ue alla garanzia dello Stato e al nuovo ruolo della Sace per far arrivare 200 miliardi di liquidità alle imprese, dalle Pmi alle big. Vuol dire che la liquidità sarà davvero «immediata», come promesso dal governo, ora che sono passati 54 giorni dalle prime saracinesche abbassate nella zona di Codogno, e 38 giorni dall'avvio del lockdown in tutta Italia? Si spera di sì. Ma in realtà ci sono ancora molti nodi da sciogliere. Non solo perché il decreto affida a Sace un ruolo che non è nel suo Dna organizzativo. Valutare milioni di pratiche complesse per prestiti fino a 800.000 euro non è un affare da poco per chi non ha la forza di 25.000 sportelli di cui gode il settore bancario. L'altro nodo cruciale riguarda l'autocertificazione per i prestiti più alti, e soprattutto la valutazione per quelli oltre 800.000 euro. Non c'è ombra nel decreto, infatti, di una sorta di scudo penale capace di alleggerire la responsabilità delle banche nella concessione di credito nel pieno di un'emergenza senza precedenti.

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IL NODO AUTOCERTIFICAZIONE
Basta dunque davvero poco perché gli istituti si trovino sul tavolo degli imputati in futuro per concorso in bancarotta fraudolenta, se non selezioneranno a fondo le imprese a cui fare credito. Del resto il decreto prevede la garanzia Sace fino al 90% (fino a 800.000 euro), e non prevede per i finanziamento superiori alcuna deroga alle norme sul testo unico bancario e sulla Vigilanza: le banche dovranno valutare le pratiche con le normali procedure di fido, rating compreso, seppure con la garanzia dello Stato. Senza contare i maggiori rischi di riciclaggio sui quali devo alzare la guardia. Di tutto le banche dovranno tener conto in modo appropriato. A meno che in sede di conversione del decreto non ci sia una correzione in corsa chiesta da più parti. Ma se così non sarà, il disagio crescente registrato oggi tra le banche si può trasformare nell'impossibilità di erogare il credito di cui hanno davvero bisogno le imprese. Le più solide, con un rating blindato, non avranno problemi ad accedere al credito anche in tempi rapidi. Ma per molte altre il percorso potrebbe essere davvero accidentato. E tanta liquidità potrebbe non arrivare dove deve.

Intanto, secondo la tabella di marcia immaginata dagli addetti ai lavori potrebbe essere il 20 aprile il primo giorno di bonifico alle Pmi. Ieri, subito dopo il via libera Ue al Dl liquidità per le imprese, è arrivata a stretto giro una nuova circolare Abi inviata a tutte le banche per certificare «la piena operatività delle misure previste». È anche arrivato il primo modulo da compilare per le Pmi che intendono chiedere alle banche un anticipo di liquidità fino a 25.000 euro grazie alla garanzia statale al 100%. Un modulo di 9 pagine scaricabile sul sito del Fondo di garanzia per le Pmi («fondidigaranza») andato letteralmente in tilt ieri spingendo il Mise a rendere scaricabile il documento direttamente sul sito del Ministero. In questo caso la liquidità dovrebbe essere «immediata». Questione di pochi giorni, assicurano le banche.

Basta la verifica formale da parte della banca dei requisiti previsti dal Decreto Liquidità in base al «modulo economico-finanziario» presentato. A quel punto, la garanzia gratuita dello Stato scatterà in automatico, e la banca farà partire il bonifico senza istruttoria del Fondo centrale di garanzia. Dunque, burocrazia ridotta al minimo. E anche considerando la mole di richieste delle Pmi, oltre 5 milioni in Italia, già da lunedì sono attesi i primi riscontri. Per i finanziamenti oltre 25.000 euro si dovrà invece aspettare altri moduli e almeno altri 15 giorni. In queste ore è atteso da Sace il regolamento e la convenzione con Abi per definire tempi, modalità di erogazione dei crediti, importi massimi garantiti e tetti per i tassi d'interesse (per i prestiti fino a 25.000 euro il tetto è l'1,2%)», spiega il segretario generale della Fabi, Lando Sileoni. Entro venerdì sono poi attese le indicazioni dal Fondo centrale di garanzia per i crediti alle Pmi da 25.000 a 800.000 euro». Ottimista sui tempi il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri: «Entro due giorni le banche faranno le loro osservazioni sul disciplinare inviato da Sace con un regolamento estremamente semplice. Da quel momento si potrà dare garanzie alla banca su prestiti a imprese anche molto consistenti», spiega. «Gli imprenditori negozieranno il prestiti in banca e Sace con una verifica solo formale darà la garanzia», come in Francia, assicura.
 

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