Dazi, verso l'intesa fra Usa e Cina

Da destra il President americano Donald J. Trump strigne la mano al vice premier cinese Liu He
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Lunedì 30 Dicembre 2019, 15:00 - Ultimo aggiornamento: 19:31
Cina e Stati Uniti si avviano a firmare la "fase uno" dell'accordo sul commercio, annunciata a metà dicembre dopo un lungo e travagliato negoziato. Il vicepremier cinese Liu He, a tal proposito, sarà da sabato 4 gennaio a capo di una delegazione in visita a Washington, in base alle anticipazioni fatte in serata dal South China Morning Post, ben informato sulle vicende di Pechino. Citando fonti vicine al dossier, il quotidiano di Hong Kong controllato da Alibaba, il gruppo dell'e-commerce fondato da Jack Ma, ha scritto che da parte americana è stato veicolato un esplicito
invito che «Pechino ha accettato». La delegazione cinese dovrebbe fermarsi negli Stati Uniti «per pochi giorni», fino
alla metà della prossima settimana, essendoci ancora molti temi in ballo, a partire dalla 'fase duè invocata dal presidente Donald Trump.

Se tutto andrà nella direzione auspicata dato che mancano le conferme ufficiali da entrambe le parti, Liu sarà in missione come capo negoziatore di Pechino, avendo l'onere di apporre la sua firma in calce alla tregua della guerra commerciale tra le due principali economie mondiali, in un segnale di possibile allentamento delle tensioni bilaterali dopo gli scontri più recenti, tra cui il pacchetto di misure varate dal Congresso americano sulla tutela dei diritti umani in dossier molto sensibili per Pechino, come Hong Kong e Xinjiang.

Prima di Natale, Trump aveva affermato che avrebbe avuto «alla fine» una cerimonia per siglare la "fase uno" con la controparte Xi Jinping. «Avremo una cerimonia di firma, sì», aveva detto il tycoon ai giornalisti in Florida. «Alla fine, sì, lo faremo quando saremo insieme». Mentre il segretario al Tesoro Steven Mnuchin s'era detto fiducioso che a inizio anno ci sarebbe stata la firma degli accordi dopo la loro stesura e traduzione nelle rispettive lingue: operazioni che, secondo quanto detto all'agenzia Ansa da fonti autorevoli, potevano essere «completate in tempo per i primi giorni dell'anno». Il rappresentante per il Commercio americano Robert Lighthizer aveva spiegato il 13 dicembre che i due Paesi avrebbero chiuso «nella prima settimana di gennaio».

Pechino, intanto, renderà operativa dal primo gennaio la sforbiciata ai dazi sull'import di 859 prodotti, dalla carne di maiale ai farmaci contro diabete e asma (addirittura azzerati), più dei 706 beni che nel 2019 hanno avuto tassazione temporanea agevolata. In particolare, a causa delle peste suina africana, la carne di maiale surgelata vedrà dazi in calo all'8% (erano al 12%). L'allentamento tariffario, secondo il governo cinese, puntano ad «aumentare le importazioni di prodotti di cui c'è una relativa scarsità al momento» o «su specialità straniere di consumo quotidiano», a rimarcare l'impegno ad aprire i mercati domestici verso l'estero.
 
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