Davos al via fra rischi e incertezze e con tante defezioni

Davos al via fra rischi e incertezze e con tante defezioni
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Martedì 22 Gennaio 2019, 12:15
(Teleborsa) - Un clima di incertezza e tante defezioni. Prende il via oggi, fino al 25 gennaio, il World Economic Forum, l'incontro annuale organizzato a Davos, in Svizzera, che riunisce i leader del panorama politico, finanziario ed economico del mondo. Al centro dell'edizione di quest'anno vi è il tema della nuova globalizzazione nell'ambito della quarta rivoluzione industriale, con un focus sull'impatto dei cambiamenti tecnologici sulla finanza e l'industria. Un'edizione caratterizzata da grandi assenze e da un quadro preoccupante.

Diffuso ieri dal Fondo monetario internazionale (FMI), l'aggiornamento del World Economic Outlook e il Global Risks Report del World Economic Summit hanno evidenziato un'instabilità economica geopolitica dalle forti ricadute sulla crescita globale. Presentate alla vigilia del Forum, le nuove stime del FMI, se da un lato confermano una crescita globale del 3,7% nel 2018, evidenziano un peggioramento delle previsioni per il 2019 (3,5% da 3,7%) e il 2020 (3,6% da 3,7%). Per gli USA le stime di crescita restano del 2,5%, per quest'anno e dell'1,8% per il prossimo mentre si riducono le attese per l'Eurozona nel 2019 che il FMI porta a 1,6% (da 1,9%).

I RISCHI GLOBALI – "L'economia globale fronteggia rischi significativamente più alti, alcuni dovuti alle politiche intraprese dai governi" ha avvertito il direttore generale del Fmi, Christine Lagarde invitando le autorità a "tenersi pronte se rischi dovessero materializzarsi". Al primo punto fra i principali fattori di rischio globale, per il FMI, vi sono la situazione finanziaria dell'Italia, l'ipotesi di una Brexit senza accordo e l'aumentato euroscetticismo intorno al voto europeo di maggio a cui si aggiungono una possibile escalation nello scontro commerciale Cina-USA sui dazi e la prospettiva di uno shutdown prolungato negli USA.

L'Italia, secondo il documento, è assieme alla Germania uno dei fattori la cui frenata a fine 2018 ha fatto rivedere in peggio le stime di crescita per l'Eurozona e comportato un calo dell'euro del 2% fra ottobre e gennaio. L'istituto finanziario internazionale ha, infatti, tagliato allo 0,6%, dall'1% di ottobre, la previsione di crescita per il nostro Paese nel 2019, mantenendola allo 0,9% per il prossimo anno. "Gli spread italiani – si legge al primo punto della sezione sui rischi globali – sono scesi dal picco di ottobre-novembre ma restano alti. Un periodo prolungato di rendimenti elevati metterebbe sotto ulteriore pressione le banche italiane, peserebbe sull'attività economica e peggiorerebbe la dinamica del debito".

I GRANDI ASSENTI – Oltre che sull'economia l'attuale instabilità politica si riflette anche sulla partecipazione al Forum di Davos, modificando l'agenda di protagonisti di primo piano. Tra i grandi assenti a Davos vi sono, infatti, Donald Trump, alle prese con lo shutdown e un braccio di ferro tra Casa Bianca e democratici che non accenna a risolversi; Emmanuel Macron impegnato a fronteggiare la mobilitazione dei gilet gialli e la premier britannica Theresa May, in pieno caos Brexit.


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