Ue, in arrivo 5 miliardi in più per l'Italia: il 70% al Mezzogiorno

Ue, in arrivo 5 miliardi in più per l'Italia: il 70% al Mezzogiorno
di Jacopo Orsini
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Domenica 20 Settembre 2020, 07:16 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 04:54

 Aumentano i fondi strutturali europei per le regioni italiane nel periodo 2021-2027. La Penisola nei prossimi sette anni potrà contare complessivamente su finanziamenti per oltre 37,3 miliardi, contro i circa 33,9 del precedente bilancio 2014-2020, una cifra che era già stata incrementata di 1,6 miliardi nel 2016 rispetto alla ripartizione originaria (cresciuta quindi di circa 5 miliardi). Le risorse saranno destinate in gran parte alle aree meno sviluppate del Sud: la distribuzione dovrebbe ricalcare infatti quella del settennato che si chiuderà a dicembre. I fondi messi a disposizione dall'Unione nel periodo 2014-2020 sono andati infatti per il 70% circa alle regioni meno sviluppate (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) e a quelle definite in transizione (Abruzzo, Molise e Sardegna). Meno di un terzo è servito invece per finanziare i progetti messi in campo da quelle del Centro-Nord. Ma è vero che i governi che si sono succeduti negli ultimi anni, hanno utilizzato le risorse europee in sostituzione di quelle ordinarie per il Sud, che solo grazie ai contributi comunitari ha ottenuto risorse pari alla sua popolazione (34% di quella nazionale). Una sottrazione di fondi che ora in qualche modo dovrebbe essere risarcita alle regioni meridionali attraverso il Recovery fund. L'Italia, comunque, è seconda solo alla Polonia per l'importo dei fondi strutturali previsti per il periodo 2021-2027: Varsavia avrà 66 miliardi, mentre la Spagna si ferma a 31 e la Romania a 26.

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I PROGETTI
Il conto dei nuovi finanziamenti europei emerge dall'elaborazione dei dati condotta dai servizi della Commissione europea e anticipata ieri dall'agenzia Ansa. Secondo il documento dell'esecutivo Ue, la dotazione nazionale del Fondo sociale europeo (Fse) dovrebbe ammontare a 12,9 miliardi e quella del Fondo di sviluppo regionale (Fesr) a 23,6 miliardi. A questi due capitoli principali si dovrebbe aggiungere uno stanziamento di 830 milioni per i progetti italiani che potranno beneficiare degli aiuti previsti dal Fondo per la cooperazione territoriale portando il totale complessivo a oltre 37,3 miliardi. L'elaborazione effettuata da Bruxelles, secondo quanto si precisa nel documento, deve essere considerata come un «input tecnico per il processo legislativo in corso». Ma difficilmente le cifre finali si discosteranno molto da quelle ipotizzate dai servizi dell'esecutivo comunitario. La Commissione «non commenta i documenti interni», si è limitato a dire ieri un portavoce, ricordando che l'adozione dei programmi per la coesione è prevista a fine anno, dopo il voto del Parlamento.

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Le risorse assegnate all'Italia genereranno comunque investimenti più alti di quanto stanziato dall'Ue perché i progetti dovranno essere cofinanziati dai paesi membri. I fondi strutturali, insieme a quelli destinati all'agricoltura (circa 38,7 miliardi la dotazione prevista per l'Italia per il 2021-2027) rappresentano la principale voce di spesa del prossimo bilancio pluriennale europeo - da 1.074 miliardi - varato dal Consiglio dello scorso luglio insieme al piano per la ripresa Next Generation Eu (750 miliardi di euro), messo in campo per fronteggiare l'emergenza Covid. I 37 miliardi destinati all'Italia per favorire la crescita e l'occupazione attraverso i fondi strutturali si andranno quindi ad aggiungere ai circa 209 previsti dal Recovery fund. Un pacchetto di interventi europei del valore totale di oltre 1.800 miliardi che ora è al centro dei negoziati tra Parlamento, Consiglio e Commissione.
«È un successo per tutto il Paese e innanzitutto per il Lazio che potrà destinare nuovi fondi per sviluppo e innovazione da destinare a Roma e alle altre province», commenta il vicepresidente della Regione, Daniele Leodori. «Grazie al'Unione europea il Lazio avrà risorse che superano i 6 miliardi, fondamentali per uscire dalla crisi Covid e per pianificare un nuovo Lazio con infrastrutture moderne, digitalizzazione e un nuovo sistema industriale».
 

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