Dad, niente indennizzi al genitore se il figlio resta a casa da scuola: stop al congedo retribuito al 50%

Dad, niente indennizzi al genitore se il figlio resta a casa da scuola: stop al congedo retribuito al 50%
di Andrea Bassi
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Martedì 31 Agosto 2021, 08:25

 Per le mamme, e anche per i padri, che dal prossimo anno dovessero ritrovarsi con i figli in didattica a distanza (Dad) non ci sarà più la possibilità di assentarsi dal lavoro chiedendo il congedo retribuito al 50 per cento. Insomma, una difficoltà in più soprattutto per chi ha i figli alla scuola primaria. La misura era stata introdotta quest’anno insieme al bonus baby sitter, proprio per dare un aiuto concreto alle famiglie con figli che si trovavano nella difficoltà di dover svolgere un lavoro in presenza e, contemporaneamente, dover trovare il modo di accudire i loro figli a casa per la chiusura della scuola o anche solo della classe.

Così il governo aveva pensato di permettere ai genitori di poter prendere un periodo di permesso retribuito al 50 per cento a carico dell’Inps per il tempo della Dad o della quarantena.

Ma la misura è scaduta. La legge infatti, ha previsto che la copertura rimanesse in vigore fino al 30 giugno. Per il nuovo anno scolastico, almeno pe il momento, non è stata reintrodotta.

Figli a casa in Dad, niente congedo retribuito

 

Così come è scaduto un altro aiuto, previsto sempre dalla stessa legge, il decreto 30 del 2021, per tutti i genitori di figli minori di 16 anni. La norma, anche questa interrotta a fine giugno, prevedeva che il lavoratore dipendente genitore di un figlio minore di sedici anni, alternativamente all’altro genitore, potesse svolgere la prestazione di lavoro in modalità agile per un periodo corrispondente in tutto o in parte alla durata della sospensione dell’attività didattica o educativa in presenza del figlio, alla durata dell’infezione da del figlio, nonché alla durata della quarantena del figlio disposta dal Dipartimento di prevenzione della azienda sanitaria locale (Asl) territorialmente competente a seguito di contatto ovunque avvenuto. La norma insomma consentiva, laddove fosse possibile, di poter lavorare da remoto per tutto il tempo della quarantena o della Dad.

Il pacchetto di aiuti scaduto a inizio estate, valeva in tutto circa 300 milioni di euro, compresi i bonus baby sitter. Non è escluso però, che le misure possano essere ripristinate dal governo. Molto dipenderà dall’evoluzione della pandemia e dalla tenuta delle scuole alla riapertura. Non solo. Il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ha già promesso che al prossimo consiglio dei ministri porrà la questione del rifinanziamento dell’equiparazione della quarantena a malattia. La vicenda è esplosa lo scorso sei agosto, quando l’Inps, con un suo messaggio, ha avvisato che i 663 milioni di euro stanziati dal governo per equiparare i giorni di quarantena a quelli di malattia dei lavoratori, erano esauriti.

L’Istituto guidato da Pasquale Tridico, ha ricordato che solo con un rifinanziamento delle somme sarà possibile riconoscere questa equiparazione per il 2021. Il ministro del lavoro, invece, parlando alla Festa dell’Unità di Modena, ha spiegato che «non c’erano tutte le risorse necessarie ma credo che siano maturate le condizioni perché si usino risorse che erano appostate da altre parti. Siamo sicuramente favorevoli al fatto - ha detto - che la quarantena sia considerata come malattia». Orlando ha assicurato che se ne parlerà al prossimo Consiglio dei ministri: «possiamo affrontare la questione e risolverla».

I sindacati hanno plaudito all’apertura. Chiedendo però di intervenire su tutte le misure di aiuto che sono in scadenza. «In merito ai lavoratori fragili che non possono essere vaccinati e che non possono svolgere il proprio lavoro in modalità agile», ha chiesto per esempio la Uil, «deve essere reintrodotta la misura - scaduta il 30 giugno scorso - che prevede che il periodo di assenza dal servizio sia equiparato al ricovero ospedaliero e non sia computabile ai fini del calcolo del periodo di comporto. Chiediamo altresì - conclude la nota del sindacato- che la stessa attenzione sia posta anche rispetto ai congedi parentali straordinari, per assistere il figlio minore di 14 anni o disabile grave, in quarantena o in Dad, che dal primo luglio non è più possibile richiedere»
 

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