"Quando l'Europa si fa carico di un debito europeo per finanziare lo sviluppo (ricordiamo che, in parte, questo Recovery Fund è alimentato dal debito europeo) - sottolinea l'ex Premier- si tratta di un atto fortissimo di sovranità europea. Contrariamente alla ventata nazionalista e sovranista che ha percorso l'Europa, non solo gli Stati Uniti, oggi abbiamo una Europa molto più fortemente integrata. Non c'è il minimo dubbio che il nesso tra Italia e Europa si sia molto rafforzato: si tratta di un nesso inscindibile. Se l'Europa non avesse avuto la forza della solidarietà, il vincolo si sarebbe allentato in modo drammatico. Oggi, per l'Italia, il ruolo della Banca Centrale europea e dei fondi europei è la conditio sine qua non per lo sviluppo del Paese".
Invitato poi dal giornalista a una riflessione "sull'importanza del fattore tecnologico e dell'innovazione sia all'interno del Recovery europeo e italiano sia nel rapporto strategico con un colosso come la Cina", osserva: "Non c'è dubbio che l'esperienza della pandemia abbiamo fatto fare un salto di qualità alla digitalizzazione del mondo. Viviamo una esperienza di massa legata allo smart working, alle conferenze e alle riunioni online, persino con un processo di acculturazione. Gli strumenti tecnologici sono entrati nella nostra vita e l'hanno profondamente cambiata. Un Paese come l'Italia deve investire le risorse del Recovery Fund innanzitutto per compiere un salto tecnologico: il che significa ammodernare lo Stato e, nello stesso tempo, fare un salto di competitività nel sistema produttivo".
© RIPRODUZIONE RISERVATA