"Bisogna avere certezza che gli attacchi ci saranno e che non siamo difendibili al 100% – ha affermato l'ad di Leonardo parlando di Cyber security –. Se fosse per il mio capo della sicurezza dovremmo comunicare solo con pezzettini di carta che poi vengono coriandolizzati o addirittura polverizzati. Ovviamente è impossibile lavorare in questa maniera per cui bisogna riuscire a capire come conciliare la gestione operativa con la sicurezza fisica e logica. Io, in passato, ho sempre cercato di capire qual era il mio costo per la sicurezza informatica partendo dal presupposto che gli attacchi potessero arrivare quasi esclusivamente dalla Rete. Ma non è così. L'ultimo attacco che abbiamo avuto è avvenuto attraverso dei chip che si trovano nei frigoriferi industriali".
Ci saranno ulteriori sviluppi nella partnership tra Saipem e Leonardo?
La cooperazione con Leonardo è stata attivata dal momento in cui c'è stato un evento di attacco per Saipem. Abbiamo avuto una prima fase tattica nella quale li abbiamo aiutati a identificare cosa era successo, come isolare la parte sotto attacco, e adesso stiamo lavorando su una parte più strategica volta a costruire un sistema sempre più resiliente a questo tipo di fenomeni.
Se in alcuni casi l'arretratezza può salvare, quali sfide pone la digitalizzazione dei sistemi?
Siamo sempre più immersi nel mondo digitale e credo non si possa girarsi e tornare indietro. Bisogna capire come evitare che questi attacchi creino delle discontinuità nella nostra capacità operativa. Ed è fattibile.
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