Covid, crisi economica pesante per le famiglie del Centro Italia

Covid, crisi economica pesante per le famiglie del Centro
di Jacopo Orsini
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Giovedì 27 Maggio 2021, 02:41 - Ultimo aggiornamento: 08:03

Per una famiglia italiana su tre la situazione economica è peggiorata nell’anno dello scoppio della pandemia. È questa la fotografia scattata dall’Istat in un rapporto appena pubblicato. E la sensazione di una maggiore difficoltà è forte soprattutto al Centro, un’area della Penisola - come rilevato recentemente dalla Svimez - dove crescono le fragilità e che appare sempre più schiacciata sui valori delle regioni del Sud. «Anche nelle fasi iniziali della pandemia, una quota rilevante di cittadini ha continuato a manifestare un giudizio positivo per la propria vita personale», si legge nel report intitolato “La soddisfazione dei cittadini per le condizioni di vita 2020” pubblicato dall’Istituto nazionale di statistica. «Il giudizio sulla situazione economica personale è rimasto positivo per la maggioranza delle persone, ma è peggiorato tra i lavoratori autonomi», continua l’analisi, evidenziando tuttavia che «emergono segnali di criticità per la situazione economica familiare». In particolare l’Istat registra un arretramento per quasi un nucleo su tre: «sale dal 25,7% al 29,1% la quota di famiglie che dichiarano un peggioramento rispetto al 2019», afferma ancora il rapporto.

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La percezione

Se guardiamo ai soldi tuttavia il quadro è stabile per 6 famiglie su 10.

Nonostante l’emergenza Covid i giudizi sulla percezione della situazione economica a livello familiare evidenziano un quadro di sostanziale tenuta, anche se con qualche segnale di peggioramento. La maggioranza delle famiglie giudica infatti invariata la propria condizione rispetto all’anno precedente (62,8%).

Il livello di soddisfazione appare comunque differenziato sul territorio. Al Nord si ha la crescita più forte della quota di famiglie che dichiarano insoddisfazione per la situazione economica familiare (28,9% rispetto al 24,3% del 2019). Segue il Mezzogiorno (28,0% da 26,8%) e il Centro (30,8% da 27,5%), che però registra in assoluto il livello negativo più alto. Nonostante aumenti la percezione di uno scivolamento, il 66% delle famiglie considera comunque adeguate alle proprie esigenze le risorse economiche di cui dispone (erano 64,9% nel 2019). La quota di famiglie che ritengono «ottime o adeguate» le proprie risorse passa dal 60,4% del 2019 al 61,7% del 2020 nel Mezzogiorno, dal 65,2% al 66,3% al Centro e dal 67,8% al 68,7% al Nord. 


Gli italiani, anche nell’anno della pandemia, non sembrano comunque perdere una certa fiducia e restano in maggioranza soddisfatti. I ricercatori dell’istituto hanno infatti chiesto: «Attualmente, quanto si ritiene soddisfatto della sua vita nel complesso?». E la percentuale di persone che ha risposto con «molto soddisfatto» è salita al 44,3%, dal 43,2% dell’anno precedente. Un altro 41,3% giudica la propria esistenza mediamente soddisfacente, mentre solo il 12,5% si dichiara assolutamente scontento (erano il 14,2% l’anno prima).

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I giovani

A essere più contente, non sorprende, sono le persone nelle classi di età centrali, i residenti al Nord, gli occupati nelle posizioni più elevate e le persone più istruite. La soddisfazione diminuisce, tendenzialmente, con il progredire dell’età: è quasi il 56% tra i teenager (14-19 anni) mentre scende al 36,6% tra gli over 75. La percentuale di persone che dichiarano di avere relazioni familiari positive rimane sostanzialmente stabile rispetto al 2019. Il Covid ha avuto invece un effetto sulle relazioni amicali: la quota dei soddisfatti cala infatti leggermente rispetto al 2019 anche se resta sopra l’80% a causa delle restrizioni dovute alla pandemia che ha reso più complicate le relazioni sociali. Ma non sembra, a giudicare dal rapporto dell’Istat, aver intaccato lo stato di salute: l’81,6% degli individui esprime infatti un giudizio positivo.
Aumenta infine il divario nella condizione tra dipendenti e autonomi: nel 2020 il 79% dei lavoratori dichiara di essere molto o abbastanza soddisfatto del proprio lavoro. Ma la posizione nella professione incide molto: tra gli occupati, rileva ancora l’Istat, i livelli di soddisfazione più alti sono espressi da dirigenti, imprenditori e liberi professionisti (53,1%). Mentre fra gli operai si registra un 46,8%, fra agli autonomi un 44,8% e le casalinghe scendono ancora al 39,9%. 

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