Dopo una mattinata difficile per i mercati chiamati a smaltire l’acquisizione forzata di Credit Suisse da parte di Ubs, a metà seduta era già scattato il sereno sui listini europei. Quanto questa calma sia apparente o reale, si capire nei prossimi giorni. Intanto, sembra che le garanzie del governo di Berna, il sostegno della Banca nazionale svizzera e le misure di emergenza sulla liquidità decise dalle Banche centrali internazionali hanno provato a blindare la fiducia dei mercati. Inevitabile il crollo del Credit Suisse oltre il 60%, considerato il prezzo dell’offerta di scambio, non soggetta ad accettazione da parte degli azionisti, che svalutava il titolo di due terzi al prezzo di 0,76 franchi svizzeri. Anche Ubs, arrivata a perdere il 16%, ha poi virato per guadagnare oltre il 3%. Anche l‘avvio positivo di Wall Street, per lo meno del Dow Jones, ha aiutato le Borse europee, tutte in netto rialzo insieme alle banche, già in parte rassicurate anche dalle autorità europee che, a differenza con quanto deciso per il Credit Suisse, hanno ribadito che le obbligazioni bancarie in caso di salvataggio sono penalizzate solo in seconda battuta dopo le azioni. Milano guadagna l’1,5%. La crescita del Dax e del Ftse 100 è intorno all’1%, mentre l’Eurostoxx 50 guadagna l’1,4%.
GIUDIZIO IN CHIAROSCURO
Probabilmente il matrimonio Ubs-Credit Suisse - in tempi rapidi e con trattative al minimo - era l’unica soluzione possibile per dare stabilità al sistema finanziario svizzero (e, di conseguenza, europeo).
IL NODO OBBLIGAZIONI
Sullo sfondo, tuttavia, la vera questione è l’impatto sugli investitori dalla decisione del regolatore svizzero Finma di cancellare al 100% le obbligazioni AT1 di Credit Suisse - che fanno parte della categoria ribattezzata CoCo bond - mentre il titolo registra forti perdite ma resta ancora “liquido”. In genere, le obbligazioni AT1 dovrebbero essere al di sopra del patrimonio netto nella gerarchia del debito. Secondo Neil Wilson, capo analista dei mercati di Markets.com, questo «sfacciato» ribaltamento delle gerarchie delle perdite avrà conseguenze sulla fiducia dei mercati in questo tipo di strumenti. Anche per Charles-Henry Monchau, chief investment officer di Syz Bank, potrebbero esserci «ricadute» sui mercati del credito globali per questo «sviluppo interessante, dato che anche gli obbligazionisti non garantiti di solito si collocano al di sopra degli azionisti nella struttura del capitale». Il fatto che «i detentori di azioni ottengano qualcosa e i detentori di CoCo bond non ottengano niente solleva seri interrogativi sul valore reale» di queste obbligazioni.
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