"In termini puramente finanziari, abbiamo rivisto le nostre posizioni e riteniamo che l'esposizione della banca in relazione alla Russia sia ben gestita, con sistemi adeguati in atto per affrontare i rischi associati - ha commentato il CEO Thomas Gottstein - L'ambiente attuale costringe a prendere decisioni difficili e gestire situazioni difficili, ma sempre con un chiaro senso della prospettiva e il desiderio di fare la cosa giusta. Per principio e politica, Credit Suisse applica tutte le sanzioni, in particolare quelle emesse dall'UE, dagli Stati Uniti e dalla Svizzera".
"La nostra esposizione al rischio di mercato verso la Russia al 9 marzo 2022 non è significativa", sottolinea la banca. Credit Suisse afferma inoltre di stare monitorando i rischi di regolamento relativi a determinate transazioni aperte con banche russe e controparti non bancarie o sottostanti russi poiché la chiusura del mercato, l'imposizione di controlli sui cambi, sanzioni o altri fattori possono limitare la capacità di regolare le transazioni esistenti o realizzare garanzie che potrebbero risultare in cambiamenti nell'esposizione. Evidenziano che è prematuro stimare l'impatto sull'economia e sui mercati globali, Credit Suisse sottolinea che, nel breve termine, "l'aumento dell'attività di negoziazione e copertura dovrebbe essere compensato da una riduzione delle emissioni sul mercato dei capitali dovuta all'aumento della volatilità nonché da maggiori accantonamenti".
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