Credi Suisse prevede un inverno difficile per l'economia dell'Eurozona

Credi Suisse prevede un inverno difficile per l'economia dell'Eurozona
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Lunedì 13 Dicembre 2021, 15:45
(Teleborsa) - "L'economia dell'Eurozona è destinata a colpire un dosso durante l'inverno", a causa di una nuova ondata di casi di coronavirus, dei timori per la nuova variante Omicron e dell'inasprimento delle restrizioni. A tutto ciò vanno sommati i prezzi elevati del gas, un rischio che potrebbe aggravarsi ulteriormente in caso di escalation delle tensioni politiche tra Russia e Ucraina. È quanto afferma Neville Hill, Chief European Economist di Credit Suisse, in una nota sull'economia della zona euro. La banca svizzera ritiene che la crescita attorno al volgere dell'anno sarà un po' più debole di quanto previsto in precedenza e prevede che il PIL dell'Eurozona crescerà del 3,8% il prossimo anno, un po' meno rispetto alla precedente stima del 4,2%.

Il nostro scenario di base "è che questi venti contrari non persisteranno - spiega Hill - La crescente penetrazione dei vaccini dovrebbe mettere fine alla nuova ondata di casi e pensiamo che la stretta acuta sui prezzi del gas debba ridursi in primavera. Significativamente, i fondamentali sottostanti per la crescita sono molto promettenti. I bilanci famigliari e aziendali sono robusti e le intenzioni di spesa per il prossimo anno sono elevate". Ciò porta l'economista ad affermare che l'economia dell'Eurozona recupererà "rapidamente il terreno eventualmente perso durante l'inverno".

Secondo Credit Suisse, i rischi al ribasso a breve termine probabilmente impediranno alla Banca centrale europea (BCE) di porre fine presto ai suoi acquisti di asset, nonostante l'inflazione attualmente elevata. "Ci aspettiamo che la BCE annunci alla prossima riunione che il Programma di acquisto di emergenza pandemica (PEPP) terminerà come previsto a fine marzo, reiterando però che il suo tradizionale programma di acquisto di asset continuerà per le obbligazioni almeno per diversi mesi successivamente - afferma Chief European Economist - Questo sarà un segnale forte del fatto che i tassi di riferimento non aumenteranno nel 2022".

L'istituto svizzero ritiene che l'inflazione core elevata potrebbe dimostrarsi più persistente di quanto atteso dalla BCE e ciò, insieme alla possibilità di una riaccelerazione dell'attività economica dalla primavera del prossimo anno, potrebbe preparare il terreno per un rialzo dei tassi ufficiali nel 2023.
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