"Abbiamo però il vantaggio di poter osservare come vanno le cose da loro, visto che siamo circa un mese e mezzo indietro – ha aggiunto –. Non è detto che alla fine abbiano ragione ma di certo la loro politica ha una base scientifica. Se vediamo che arrivano a 70 o 80 mila infezioni al giorno e non hanno un aumento importante di occupazione delle terapie intensive o di morti, la politica del nostro Paese deciderà cosa fare. Certo, per un'influenza l'Italia non è mai stata chiusa". Per il membro del Cts l'unica arma restano i vaccini. "In questa situazione non piacevole, ci fa star bene vedere che, dove il tasso di vaccinazione è ampio, si è protetti dalle forme gravi – ha spiegato – Invece di morire una persona infettata ogni 50, infatti, a perdere la vita è una su mille".
Quanto ai festeggiamenti per la vittoria dell'Italia agli Europei di calcio, l'esperto ha affermato che al momento non è ancora possibile sapere in che modo inciderà sulla curva dei contagi. "Nessuno sa ancora quanto incideranno sulla crescita dei contagi, possiamo però dire che si è trattato di un comportamento a rischio – ha dichiarato – Comunque, anche quando l'Inter ha vinto lo scudetto e ci sono stati casi di assembramento impressionanti, non si sono poi osservati picchi, anche se erano i tempi in cui si stava diffondendo la variante inglese, non la Delta. In un lasso di tempo da 4 a 7 giorni vedremo se le infezioni aumentano".
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