Cottarelli a TLB: "Nel DEF maggior realismo, momento della verità sarà autunno"

Cottarelli a TLB: "Nel DEF maggior realismo, momento della verità sarà autunno"
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Sabato 20 Aprile 2019, 11:00 - Ultimo aggiornamento: 16:07
(Teleborsa) - In queste ore, a riaccendere i toni del dibattito politico ci ha pensato il DEF, il Documento di Economia e Finanza approvato dal Governo. C'è un numero in particolare che inquadra il perimetro da cui partiamo: la crescita allo 0,2%, un numero che ovviamente porta con sè una serie di conseguenze sotto il punto di vista economico. Ne abbiamo parlato con l'ex Commissario alla Spending Review Carlo Cottarelli, una carriera al Fondo Monetario Internazionale e Direttore dell'Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani dell'Università Cattolica di Milano.

Professore, ovviamente parliamo del DEF: lei ha accolto positivamente "l'operazione verità" del Governo che ha abbassato l'asticella della crescita allo 0,2%. Più in generale, cosa dicono i numeri contenuti nel Documento di Economia e Finanza?

"I numeri ci dicono che l'Italia cresce poco anche se io credo che si potrà fare più dello 0,2% previsto, forse stavolta il Governo è stato fin troppo prudente. Ovviamente non si tratta di tassi di crescita spettacolari in un contesto in cui anche l'Europa non cresce rapidamente. Il DEF ci dice anche, non esplicitamente, ma lo dicono i numeri, che abbiamo anche grossi problemi a far tornare i conti il prossimo anno, se non c'è l'aumento dell'Iva il deficit potrebbe salire al 3,4 % -3,5% con i mercati finanziari e l'Europa che potrebbero non prendere bene questa cosa, lo spread potrebbe tornare a crescere e queste ovviamente non sono buone notizie. Io continuo a pensare che sarà l'autunno il momento della verità.

Nell'ottica di un alleggerimento fiscale, nel DEF si parla, seppur genericamente, di Flat Tax però proprio Tria ha confermato in mancanza di alternative l'aumento dell'Iva. Per molti un paradosso, secondo lei che succederà?

"Credo che il Governo speri nella possibilità che il deficit possa essere aumentato il prossimo anno senza che ci siano conseguenze da pagare in termini di reazioni dei mercati finanziari. Attualmente l'obiettivo del deficit è del 2,1% dunque già rialzato rispetto a fine dicembre quando era all'1,8%. Adesso è stato portato a un livello più alto il che vuol dire prendere più soldi a prestito dai mercati, se ce li danno, a tassi di interessi bassi per il momento, restando alla finestra per vedere che succede. Credo che l'intenzione sia sperare di sfondare gli attuali livelli di deficit senza che ci siano conseguenze, non vedo in che altro modo di potrebbero far tornare i conti. Parliamo dell'aumento dell'Iva di cui si parla tanto in queste ore: Quota 100 e Rdc hanno effetto pieno il prossimo anno, il problema è proprio che si è deciso prima di aumentare le spese senza trovare le coperture o perlomeno coperture credibili. La questione quindi non è come reperire le risorse per evitare l'aumento dell'IVA, ma trovare i fondi per finanziare le misure già approvate. .

In questo quadro, invece, come si inserisce il debito pubblico che continua a crescere?

"Il debito pubblico si misura rispetto alla dimensione dell'economia, cioè rispetto al PIL, ha ricominciato a crescere, non di tanto. L'anno scorso è cresciuto, quest'anno il Governo diceva che doveva scendere di un punto percentuale, secondo me aumenterà di un punto percentuale. Sono tutte cose che ovviamente ci espongono al rischio di una ripetizione di ciò che abbiamo sperimentato nel 2011-2012, ossia di una crisi profonda con tutti gli effetti che ben conosciamo"

Il Premier Conte ha parlato anche di Spending review

"Siamo ad aprile mi sembra un po' difficile che si riesca a fare una Spending Review per trovare una trentina di miliardi, forse se va bene, se ne possono trovare tre"

Qual è il suo giudizio, invece, sulle due misure totem del Governo: Reddito di Cittadinanza e Quota 100?

"Un po' di spinta sulla spesa ce l'avranno, temporanea però, queste sono misure che non possono avere un effetto sul tasso di crescita permanente dell'economia perchè non fanno aumentare la partecipazione al mercato del lavoro, gli investimenti, la produttività. Nel breve periodo possono far crescere il Pil, ma non influenzano sul tasso di crescita, noi abbiamo bisogno di riforme che fanno crescere di più l'economia. Ovviamente chi non vuole più lavorare e va in pensione sarà contento, poi fornire un Reddito minimo garantito è anche giusto ma le norme devono essere scritte in maniera buona e io ho qualche perplessità che queste possano funzionare"
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