Iata, effetto virus sui voli: frena la domanda, si tratta del calo più basso dal 2010

Iata, effetto virus sui voli: frena la domanda, si tratta del calo più basso dal 2010
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Mercoledì 4 Marzo 2020, 17:15 - Ultimo aggiornamento: 5 Marzo, 13:20
Effetto Coronavirus sul trasporto aereo. Secondo i dati della Iata di gennaio il traffico passeggeri a livello mondiale è cresciuto del 2,4%, in forte frenata dal +4,6% del mese di dicembre. Si tratta dell'incremento mensile più basso da aprile 2010. «Gennaio è solo la punta dell'iceberg in termini di impatto sul traffico che stiamo vedendo a causa dell'epidemia del coronavirus, visto che le maggiori restrizioni nei voli sono iniziate non prima del 23 gennaio. Tuttavia è già sufficiente per causare la crescita più bassa in quasi un decennio», spiega l'amministratore delegato della Iata Alexandre de Juniac. 

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La crescita registrata a gennaio dunque è il livello più basso dall'aprile 2010, quando - ricorda la Iata - ci fu la crisi causata dalla cenere provocata dall'eruzione di un vulcano islandese, che portò a massicce chiusure degli spazi aerei e cancellazioni nei voli. A gennaio, inoltre, evidenzia l'Associazione internazioale del trasporto aereo, la capacità degli aeromobili è cresciuta dell'1,7% e il  «load factor» ha segnato un aumento di +0,6 punti percentuali all'80,3%. 

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In particolare, il traffico passeggeri internazionale è cresciuto del 2,5%, in frenata dal +3,7% del mese precedente. Mentre la domanda di traffico nazionale segna un +2,3%, grazie alla forte crescita negli Usa che ha contribuito a mitigare l'impatto del forte calo nel traffico domestico cinese. Proprio i voli interni alla Cina, infatti, hanno registrato a gennaio una contrazione del 6,8%, riflettendo l'impatto - evidenzia la Iata - delle cancellazioni di voli e delle restrizioni nei viaggi legate al Covid-19. «L'epidemia del Covid-19 è una crisi globale che sta mettendo alla prova la resilienza non solo delle compagnie aeree, ma di tutta l'economia globale. Le compagnie stanno assistendo a cali a doppia cifra della domanda, e molte rotte sono collassate», osserva de Juniac. «In questa emergenza, i governi devono considerare nella loro risposta il mantenimento dei collegamenti
aerei», aggiunge.

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