Coronavirus, Sace: preoccupa crescita globale 2020, incognita Italia

Coronavirus, Sace: preoccupa crescita globale 2020, incognita Italia
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Mercoledì 26 Febbraio 2020, 14:45
(Teleborsa) - Il diffondersi dell'epidemia del Coronavirus "pone preoccupazioni sulla crescita dell'economia globale nel 2020" e "la propagazione del virus in Italia rappresenta oggi una nuova grande incognita". E' quanto emerge dal rapporto Sace Simest sulla Mappa dei rischi 2020, nel quale viene sottolineato che "l'evoluzione dei fatti è sotto stretto monitoraggio e impone la massima attenzione e cautela".

L'epidemia, prosegue Sace, "avrà un impatto sulla crescita in Cina, almeno nel breve termine. Sotto l'ipotesi che l'emergenza rientri in tempi rapidi, scenario a più elevata probabilità di accadimento secondo la maggior parte degli analisti, nella seconda metà dell'anno le imprese cinesi dovrebbero compensare, almeno parzialmente, la produzione persa a inizio 2020, anche grazie agli strumenti volti a sostenere l'economia messi in campo dal Governo di Pechino. A ogni modo, pur con un rimbalzo nei mesi a venire, occorrerà del tempo prima che le perdite accumulate nella fase di avvio dell'anno siano recuperate. Le attese per il Paese asiatico sono di un aumento del Pil del 5,4% nel 2020, ben 0,6 punti percentuali in meno rispetto alle stime di inizio anno, secondo Oxford Economics".

Secondo il rapporto "l'epidemia coronavirus avrà impatti anche a livello settoriale. I comparti più esposti sono quello del lusso, i metalli e l'oil che risentiranno del calo dell'import di Pechino. I consumatori cinesi rappresentano infatti il 35% della domanda mondiale di beni del lusso; in più, il Paese del Dragone è primo a livello mondiale per importazioni di petrolio. Altri settori, quali l'elettronica, le apparecchiature elettriche, il tessile e l'automotive, accomunati dal metodo di approvvigionamento (just-in-time) potranno andare incontro a interruzioni delle attività a causa della carenza di componenti in arrivo dalla Cina". Infine, conclude Sace, "sono attesi effetti negativi sul settore del turismo, specie nei Paesi che attirano significativi afflussi di visitatori cinesi".
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