Coronavirus, Oxfam: "Bastano 25 miliardi per vaccinare metà più povera del Pianeta"

Coronavirus, Oxfam: "Bastano 25 miliardi per vaccinare metà più povera del Pianeta"
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Giovedì 14 Maggio 2020, 14:45 - Ultimo aggiornamento: 15:09
"Per vaccinare contro il coronavirus la metà più povera della popolazione mondiale, circa 3,7 miliardi di persone, servirebbe meno di quanto le 10 maggiori multinazionali del farmaco guadagnano in 4 mesi. Per sconfiggere la pandemia, è perciò indispensabile che governi e aziende farmaceutiche si impegnino per garantire che vaccini, test diagnostici e terapie siano gratuiti ed equamente distribuiti a tutti, in tutti i paesi del mondo. Solo così sarà possibile vincere questa sfida, in cui nessuno è salvo se non lo saremo tutti". Questo l'appello lanciato dall'Oxford Committee for Famine Relief (Oxfam) che in vista dell'Assemblea Mondiale della Sanità – in programma il prossimo 18 maggio con i ministri della salute dei 194 stati membri collegati a distanza – ribadisce la necessità di anteporre la vita di decine milioni di persone al profitto delle case farmaceutiche.

Secondo i calcoli della Fondazione Gates per produrre e distribuire un vaccino efficace e sicuro per le persone più povere del mondo serviranno 25 miliardi di dollari, meno dei circa 30 miliardi di dollari che le 10 big del farmaco hanno guadagnato in media in soli 4 mesi lo scorso anno, a fronte di profitti complessivi per 89 miliardi di dollari nel 2019. "Eppure – afferma Oxfam in una nota – paesi ricchi e grandi aziende farmaceutiche spinti da interessi nazionali e privati potrebbero impedire o ritardare la distribuzione di vaccini nei paesi in via di sviluppo".

Sul tema, l'Unione Europea ha presentato una risoluzione all'Assemblea Mondiale della Sanità, che propone la creazione di un meccanismo volontario di negoziazione collettiva delle licenze dei brevetti tra gli stati e le case farmaceutiche e di condivisione di dati e conoscenze relative a vaccini, terapie e test diagnostici Covid-19, che possa garantire prezzi accessibili per il maggior numero di paesi, inclusi quelli più poveri. Un'iniziativa che, per Oxfam "rappresenta un primo passo nella giusta direzione, anche se ancora insufficiente. Se, infatti, questo meccanismo fosse reso obbligatorio e applicato a livello globale, potrebbe permettere a tutti i paesi di produrne versioni a basso costo, oppure importarle se non hanno le infrastrutture adeguate per la produzione". A complicare il quadro – spiega l'organizzazione – vi è l'opposizione dell'amministrazione Trump che – secondo i documenti trapelati – starebbe lavorando per eliminare dalla risoluzione qualsiasi riferimento a questo meccanismo, inserendo un forte richiamo al rispetto dei diritti sui brevetti delle case farmaceutiche, che vedrebbero quindi garantita l'esclusività nella produzione e la possibilità di fissare i prezzi di vaccini, terapie e test che svilupperanno. "Ciò – commenta Oxfam – appare tanto più inaccettabile, per il fatto che per finanziare il loro lavoro di ricerca e sviluppo siano stati utilizzati fondi pubblici".

"Sarebbe disumano e controproducente per la tutela della salute di ciascuno di noi, indipendentemente dal Paese in cui viviamo, non garantire a tutti la possibilità di essere vaccinati – afferma Sara Albiani, policy advisor di Oxfam Italia per la salute globale –. Vaccini, test e cure efficaci e sicure dovrebbero essere prodotti su scala globale e distribuiti senza brevetti, a basso costo, in base ai bisogni nelle diverse aree del mondo, anziché essere messe all'asta al migliore offerente. Abbiamo bisogno di un Piano globale che stabilisca chiaramente come saranno prodotti e distribuiti, definendo tutte le garanzie del caso".

In tale scenario Oxfam propone un Piano globale in 4 punti per scongiurare il rischio che solo i paesi più ricchi si aggiudichino, una volta sviluppati, vaccini e cure. La proposta prevede: l'obbligo a livello globale di condivisione di tutte le conoscenze, dati, brevetti (legati al Covid-19), e l'impegno a subordinare tutti i finanziamenti pubblici alla realizzazione di terapie o vaccini che siano resi accessibili a tutti e privi di brevetti; l'impegno da parte dei Paesi ricchi ad aumentare gli investimenti pubblici diretti ad una maggiore capacità globale di produzione e distribuzione di vaccini; un piano, concordato a livello globale, di distribuzione dei vaccini, terapie e test diagnostici basato sulle reali necessità sanitarie dei Paesi e non sulla loro capacità di spesa. Vaccini, trattamenti e test dovrebbero essere resi disponibili per tutti e prodotti e venduti al minor costo possibile (idealmente per i vaccini a non più di 2 dollari a dose) e forniti gratuitamente a chiunque ne abbia bisogno; un impegno concreto per migliorare l'attuale sistema di ricerca e sviluppo di nuovi farmaci – in cui il profitto delle case farmaceutiche viene prima della salute delle persone – evitando il mancato sviluppo di molti farmaci necessari ma non redditizi o la loro indisponibilità per le persone più vulnerabili a causa di prezzi non accessibili.












 
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