Coronavirus, l'appello dei gestori di funivie: «Pronti a ripartire, il Governo ci aiuti»

Coronavirus, l'appello dei gestori di funivie: «Pronti a ripartire, il Governo ci aiuti»
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Giovedì 7 Maggio 2020, 16:11
Coronavirus, l’Italia si prepara a ripartire e anche gli impianti a fune sono pronti a riaprire. Dopo lo stop dello scorso 9 marzo per le msiure anti contagio varate dal governo, da diverse settimane Anef - Associazione Nazionale Esercenti Funiviari - sta lavorando per garantire il via della stagione estiva con l’applicazione di tutte le doverose e necessarie misure di sicurezza.

Ad oggi tuttavia non è ancora stata definita una data di apertura per gli impianti a fune. Anche se, sottolinea l'organizazione, «tanto le passeggiate estive quanto lo sci invernale sono attività che ben si prestano ad essere svolte da soli o in ridottissimi nuclei familiari, secondo le attuali disposizioni e norme vigenti». «Abbiamo la necessità - afferma Anef in una nota - di definire al più presto la data della ripartenza, che ci auguriamo possa essere in prossimità della data di riapertura di bar e ristoranti. Gli impianti a fune sono il volano di un’importante filiera, che a valle trova albergatori, commercianti, maestri di sci e guide alpine, ristorazione; e a monte, grazie a costanti e ingenti investimenti diretti, genera lavoro per imprese locali e non, innescando un processo virtuoso con benefici in termini di benessere sociale e introiti per le casse dello Stato». 

«Abbiamo urgenza di riaprire - sottolinea Valeria Ghezzi, presidente di Anef - e dimostrare che, con le giuste cautele, gli impianti possono essere fruibili già da questi mesi estivi, in quanto sono un mezzo che garantisce un trasporto sicuro, di breve durata e molto ben areato».

Intanto, nelle scorse settimane, auspicando una prossima riapertura del settore, Anef ha elaborato e sottoposto all’attenzione del Governo una serie di regole e comportamenti per garantire la sicurezza dei lavoratori e degli utenti puntualizzando però che «non è possibile adottare misure similari a quelle del trasporto urbano ed extraurbano, sia per ragioni tecniche (la durata del trasporto sugli impianti a fune difficilmente supera gli 8 /10 minuti) sia per ragioni pratiche connesse ai servizi correlati al trasporto funiviario (parcheggi, casse, conformazione della stazione di partenza, assistenza agli utenti sul piano di imbarco)».

Secondo Anef dunque «ridurre la portata e quindi limitare il numero di utenti trasportati simultaneamente sugli impianti, non è efficace né idoneo ad evitare gli assembramenti. Al contrario, l’effetto rilevato è stato un allungamento dei tempi di attesa in coda, con conseguente aumento del rischio per i turisti, in particolare quando l’attesa avviene al chiuso e senza dispositivi di protezione individuale. La scelta di Anef è quindi di bilanciare l’affluenza con la portata, favorendo il più possibile la fluidità e la costante mobilità. In assenza di code, infatti, il riempimento dei veicoli si riduce automaticamente».

Tra le misure di sicurezza proposte, contionua ala nota degli esercenti delle funivie, «l’obbligo del distanziamento fisico di almeno 1 metro tra le persone in tutte le fasi preparatorie al trasporto (transito dal parcheggio, coda alla cassa, coda ai tornelli, accesso alla stazione di partenza, sala d’aspetto, ecc.), l’obbligo di utilizzare mascherina e guanti per l’estate (da non togliere mai durante il trasporto). Obbligatoria l’areazione della cabinovia e funivia con il blocco di uno o più finestrini anche durante il trasporto, l’apertura delle porte delle cabinovie o funivie (solo se vuote) per una areazione completa laddove possibile, e l’igienizzazione  delle cabine. Difficile, per ora, l’ipotesi di procedere alla misurazione della temperatura degli utenti tramite dispositivi tipo termoscanner, a causa della scarsa attendibilità di questo tipo di procedure». 

«Le misure proposte - conclude l'organizzazione - sono improntate a una reale valutazione delle caratteristiche specifiche del servizio di trasporto funiviario, che si differenzia in modo significativo dalle altre tipologie di trasporto pubblico di persone. Anef propone inoltre al Governo che le suddette misure siano oggetto di una valutazione e di un’eventuale revisione a scadenze ravvicinate (es. ogni 2 mesi) in modo tale da renderle il più possibile coerenti con l’evolversi del contesto sanitario nazionale e con le esigenze dell’utenza».

 
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