Coronavirus, ad aprile in arrivo misure per altri 50 miliardi. Ma slitta il decreto liquidità

Coronavirus, ad aprile in arrivo misure per altri 50 miliardi. Ma slitta il decreto liquidità
di Alberto Gentili
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Venerdì 3 Aprile 2020, 08:39 - Ultimo aggiornamento: 11:32

ROMA «Non chiedetemi una cifra. Prima riempiamo il decreto di aprile di contenuti e poi arriveremo all'importo. In ogni caso faremo in fretta, c'è molta sofferenza nel Paese». Giuseppe Conte, nel vertice serale con i capigruppo della maggioranza, è rimasto abbottonato. In mattinata però il premier aveva promesso: «Il Cura Italia di aprile sarà pesante come una manovra economica e avrà un importo molto rilevante». Si parla, in ambienti di maggioranza, di una cifra vicina ai 40-50 miliardi. Ma solo nei prossimi giorni Conte e il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, scopriranno le carte.

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Il premier, nel vertice con Graziano Delrio, Federico Fornaro, Maria Elena Boschi, Loredana De Petris, Andrea Marcucci, Davide Faraone, Davide Crippa e Gianluca Perilli, si è detto d'accordo «sulla necessità di velocizzare l'erogazione delle risorse», dopo il caos-Inps. E ha riferito del confronto con l'opposizione: «Vogliono un dialogo serrato. Hanno chiesto un doppio relatore per il decreto di marzo, ma diremo sì solo se il percorso sarà davvero condiviso. La mia apertura è sincera, ci deve però essere coerenza tra gli incontri e poi il comportamento parlamentare dell'opposizione. A volte la Lega & C. sembra che vogliano perdere tempo...».
Conte e Gualtieri si sono impegnati a prorogare la cassa integrazione, a rinviare le tasse, a finanziare i primi ristori, ad aumentare il bonus per gli autonomi e a varare il reddito di emergenza. E hanno confermato il via libera al decreto per dare liquidità alle imprese.
Il varo, però, non arriverà oggi come annunciato. Ma domenica o forse lunedì con un nuovo Consiglio dei ministri. La ragione è tecnica: la Ragioneria sta svolgendo approfondimenti, per capire se il rinvio degli adempimenti fiscali del 16 aprile si può fare anche senza il voto del Parlamento per il nuovo scostamento di bilancio.
 



Il decreto, ha detto Conte, «servirà per consentire alle imprese un più agevole accesso ai finanziamenti delle banche, con una garanzia dello Stato fino a 200 miliardi». E Gualtieri: «Il provvedimento completa il decreto di marzo, aggiungendo una garanzia per il credito fino al 25% del fatturato per le imprese a partire da quelle medie e grandi, un ombrello di liquidità che si aggiunge ai 100 miliardi garantiti dal fondo centrale di garanzia, che verrà ulteriormente rafforzato e semplificato, e ai 290 interessati dalla moratoria». «Si tratta», ha aggiunto il ministro, «di una manovra per mettere in campo una liquidità per le aziende che supera i 500 miliardi. Un volume molto rilevante, superiore a quello francese».

LA GIRANDOLA DI VERTICI
Prima del vertice serale, un altro incontro tra il ministro per i rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà, Gualtieri e i capigruppo della maggioranza aveva portato a un accordo sul decreto cura Italia di marzo. I partiti hanno rinunciato a presentare emendamenti di spesa perché, come ha spiegato il responsabile dell'Economia, tutte le risorse sono già impiegate e in ogni caso ogni eventuale modifica sarebbe entrata in vigore a maggio, al momento della conversione del provvedimento in legge.
In cambio di questa pax, Pd, 5Stelle, Italia Viva e Leu hanno ottenuto l'impegno del governo a ritenere «vincolanti», in occasione della stesura del decreto di aprile, dieci ordini del giorno che assorbono gli emendamenti presentati in Senato e prevedono il rinvio delle scadenze fiscali, il sostegno agli enti locali, all'agricoltura e al turismo, la tutela del sistema sanitario, alcune misure per la casa, l'estensione e il potenziamento del bonus ai professionisti e ad altre attività economiche, il reddito di emergenza.
Si è chiusa invece con un rinvio a oggi la riunione della cabina di regia governo-opposizioni composta da D'Incà, Gualtieri e i capigruppo di Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia, Romeo, Fazzolari, Gelmini e Anna Maria Bernini che ha dato battaglia contro il no del governo a reinserire in voucher per i lavoratori agricoli.
«In ogni caso il clima è stato più sereno e costruttivo dell'incontro della scorsa settimana», ha raccontato chi ha partecipato al vertice, «il governo si è impegnato a recepire alcuni emendamenti ordinamentali e non di spesa». Resta da sciogliere il nodo del doppio relatore (uno della maggioranza, l'altro dell'opposizione). La questione verrà affrontata oggi.
«Ci siamo confrontati in maniera proficua», ha riferito D'Incà, «da parte del governo vi è tutta la volontà di accogliere le indicazioni delle opposizioni». «Ringraziamo il ministro per l'apertura, ma ora aspettiamo fatti concreti», hanno replicato i leghisti Romeo, Bagnai e Molinari. Sulla stessa linea la forzista Maria Stella Gelmini e Renato Brunetta che ha duellato con Gualtieri invocando una cifra per il decreto di aprile. La risposta del ministro: «Non si parta dalle cifre ma dal merito, facciamo un percorso insieme e arriviamo all'importo».
 

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