Coronavirus, ora scatta la tregua fiscale: ma a giugno si dovrà pagare

Coronavirus, ora scatta la tregua fiscale: ma a giugno si dovrà pagare
di Francesco Bisozzi
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 8 Aprile 2020, 06:24

Più che a una tregua fiscale rassomiglia a un pit-stop di Formula 1. Il Fisco va in pausa a causa del coronavirus, ma solo fino a giugno. Sono stati sospesi anche ad aprile e maggio i versamenti di Iva, ritenute e contributi per supportare imprese e autonomi in questo momento di difficoltà. Resta lo stop ad avvisi e cartelle. Il rinvio degli adempimenti fiscali e tributari contenuto nel decreto Liquidità viene però giudicato timido dai commercialisti.
«Avevamo auspicato a dire il vero un blocco generalizzato dei versamenti fino al 30 settembre che comprendesse non solo i versamenti periodici di Iva, ritenute, contributi previdenziali e premi assicurativi, ma anche quelli relativi alle dichiarazioni dei redditi e Irap che scadono il 30 giugno, come è stato fatto del resto l'anno scorso a causa dell'introduzione dei nuovi Isa, gli indici sintetici di affidabilità», spiega il consigliere delegato alla fiscalità del Consiglio nazionale, Maurizio Postal.

Coronavirus, tempi lunghi e burocrazia per ottenere i prestiti: tutti i dubbi delle imprese
 



IL SENTIERO
Il governo invece per adesso preferisce procedere a piccoli passi, con proroghe di breve durata e riaperture di termini. Lo Stato insomma evita ulteriori emorragie di bilancio (non c'è effetto sul deficit perché il gettito sulla carta dovrebbe essere recuperato entro l'anno) ma il beneficio per le imprese è solo momentaneo. Potranno usufruire dello stop ai versamenti di Iva e ritenute tutte le attività che hanno registrato perdite a marzo del 33 per cento se entro i 50 milioni di ricavi o del 50 per cento se superiori ai 50 milioni. Secondo i commercialisti sarebbe stato più semplice legare però la sospensione a un calo del fatturato anziché al valore totale delle entrate. Ma a giugno, quando ben difficilmente l'attività economica avrà avuto una ripresa, i versamenti andranno comunque effettuati: in un'unica soluzione, o in alternativa in cinque rate. Altri piccoli slittamenti: la trasmissione all'Agenzia delle Entrate delle certificazioni uniche doveva avvenire per esempio entro il 31 marzo, ma adesso si è deciso di concedere ai ritardatari fino al 30 aprile per mettersi in regola ed evitare sanzioni. Esteso poi al 16 aprile il termine per i versamenti in scadenza il 20 marzo scorso, quando molti contribuenti ancora non avevano capito bene cosa fare.

LE TAPPE
Prorogata di altri due mesi anche la sospensione delle ritenute d'acconto sui redditi da lavoro autonomo prevista dal decreto Cura Italia per autonomi e partite Iva con un giro d'affari entro i 400 mila euro. Inoltre in sede di dichiarazione dei redditi chi fa l'autoliquidazione potrà versare acconti ridotti in base alle previsioni dell'andamento reale dei propri conti nel 2020 senza incorrere in sanzioni, a patto che paghi almeno l'80 per cento di quanto poi sarà effettivamente tenuto a dare. Anche in questo caso però il meccanismo proposto dal governo non convince: la soglia di tolleranza del 20 per cento sugli acconti calcolati con il metodo previsionale viene giudicata insufficiente. E ancora.
L'Agenzia delle Entrate sospende l'invio delle cartelle di pagamento e degli altri atti di riscossione per tutta la durata dell'emergenza Coronavirus. Per chi ha acquistato invece la prima casa con obbligo di rivendere un altro immobile sono congelati fino a fine anno i termini per concludere l'operazione. Infine, non servirà andare dal commercialista o al Caf a consegnare la delega per la dichiarazione precompilata: basterà stamparla, firmarla e mandare la foto al professionista tramite sms o mail. Spazio anche a misure per preParare le aziende alla cosiddetta fase due. Il credito d'imposta al 50 per cento per la sanificazione degli ambienti di lavoro è stato esteso anche all'acquisto di dispositivi di protezione medica come i guanti e le mascherine.
Il Consiglio nazionale dei commercialisti in una nota ha bocciato tutto l'impianto di questa tregua fiscale: «Speravamo in misure molto più coraggiose, come la sospensione dei versamenti derivanti da avvisi bonari, accertamenti con adesione e altri istituti deflativi del contenzioso, la possibilità di compensare i crediti 2019 relativi a imposte dirette e Irap anche prima della presentazione della relativa dichiarazione, la sospensione del blocco delle compensazioni in presenza di debiti scaduti di importo superiore a 1.500 euro e del blocco dei pagamenti da parte delle amministrazioni pubbliche in presenza di debiti scaduti di importo superiore a 5 mila euro».

© RIPRODUZIONE RISERVATA