"Il primo ministro – fanno sapere da Downing Street – ha sondato una varietà di opinioni scientifiche nel corso del weekend come parte del dibattito che ha preceduto la decisione d'introdurre nel Regno nuove restrizioni. Johnson si è collegato via Zoom con una quantità di scienziati". Dunque tra i guru di Johnson non vi sarebbe solo Tegnell, figura popolare fra la maggioranza degli svedesi e tuttavia contestata da altri specialisti in patria e fuori per un modello che sembra aver riportato al momento sotto controllo la pandemia in Svezia, ma al prezzo di un numero totale di morti e di contagi svariate volte superiore a quello registrato, finora, da tutti gli altri Paesi scandinavi.
Nonostante l'entourage di Johnson minimizzi, la notizia dell'interesse del premier britannico verso il modello svedese fa discutere e riporta alla mente l'ipotesi avanzata all'inizio dell'emergenza dal consigliere scientifico capo di Downing Street, Patrick Vallance, ovvero un tentativo di gestione controllata della diffusione del coronavirus volto a favorire una "graduale immunità di gregge collettiva" per non penalizzare troppo l'economia e le libertà sociali. Un'opzione poi smentita dal leader conservatore, accusato d'aver esitato un paio di settimane di troppo prima d'imporre il lockdown nazionale.
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