A poche ore dalla riapertura delle piazze cinesi, rimaste chiuse oltre le festività del Capodanno lunare proprio a causa del virus, la Banca centrale di Pechino ha varato ingenti misure per sostenere l'economia: la più significativa è l'iniezione di liquidità per 1.200 miliardi di yuan (circa 173 miliardi di dollari) attraverso la formula del «riacquisto inverso», vale a dire con l'acquisto di asset sui mercati con l'accordo per la loro rivendita a un prezzo più alto in futuro predeterminato. Si tratta, probabilmente, solo di un primo passo. Analisti contattati dall'agenzia Bloomberg si aspettano infatti anche altre misure a breve per supportare la crescita, come un allentamento del livello di liquidità minimo fissato per le banche.
Ma l'allarme per il coronavirus è molto sentito in particolare sui mercati delle materie prime, petrolio in testa.
All'inizio del mese di gennaio il greggio viaggiava al di sopra dei 60 dollari (sopra i 65 il Brent): a distanza di un mese le quotazioni sono precipitate rispettivamente poco sopra i 50 dollari e sotto i 60, con perdite percentuali del 16% e del 12%. E le stime di un crollo della domanda non sono da meno: quelle di S&P Global Platts sono «quasi catastrofiche», con un taglio di 2,6 milioni di barili al giorno a febbraio e 2 milioni a marzo.
Una situazione cui i Paesi produttori, già scottati dalla guerra dei dazi e dal rallentamento globale dell'economia, guardano quindi con enorme preoccupazione e che potrebbe essere tamponata con un'ulteriore riduzione delle quote di produzione: per questo l'Opec+, cioè i vecchi membri dell'organizzazione dei paesi esportatori più i Paesi esterni al Cartello come la Russia, stanno valutando la possibilità di anticipare di un bel po' l'incontro inizialmente programmato per i primi di marzo. Sul tavolo c'è addirittura l'opzione di riunirsi il prossimo weekend. A spingere di più per un anticipo del vertice sembra essere l'Arabia Saudita, che ha appena quotato in Borsa il colosso Saudi Aramco: il titolo del colosso petrolifero, proprio a causa dei timori per il virus cinese, è sceso ai minimi dall'11 dicembre, quando è sbarcato sulla piazza di Ryadh.
In uno scenario del genere buone notizie arrivano però per gli automobilisti italiani: con il greggio in picchiata scendono anche i listini dei carburanti, con un andamento già avviato e che appare per i prossimi giorni confermato. Secondo i calcoli dei gestori, infatti, è prevedibile un immediato ulteriore calo dei prezzi di 0,5-0,7 centesimi al litro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA