Coronavirus, Baretta: «È come fossimo in guerra, la Bce dia soldi ai cittadini»

Coronavirus, Baretta: «È come fossimo in guerra, la Bce dia soldi ai cittadini»
di Andrea Bassi
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Mercoledì 18 Marzo 2020, 07:46 - Ultimo aggiornamento: 11:46

Sottosegretario all'Economia Pierpaolo Baretta, un provvedimenti anti-crisi da 25 miliardi in corso d'anno non si era mai visto?
«No, a mia memoria no. Forse la famosa manovra di Amato».
Tristemente famosa. Una manovra da 30 mila miliardi di vecchie lire chiusa con un prelievo notturno sui conti correnti.
«Questa volta è diverso. I 25 miliardi sono finanziati in deficit. Avevamo anche pensato di non utilizzarli tutti. Poi...»
Poi?
«Ci siamo detti che in una situazione come questa, simile ad una guerra seppur contro un nemico invisibile come un virus dovevamo esserci. Inutile tenere i soldi in tasca, dovevamo dare una manifestazione concreta dello Stato sociale. Non a caso il provvedimento stanzia risorse importanti per il comparto della Sanità. La prima emergenza è dare tutto il sostegno possibile al sistema sanitario».

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Dopo il decreto di marzo già si parla di un decreto di aprile. Impegnerete altri 25 miliardi?
«Venticinque miliardi non risolvono il problema. Quello che decideremo ad aprile dipenderà dal livello dell'emergenza e dall'andamento dell'epidemia. Se ci trovassimo ancora in una situazione simile la risposta è sì, stanzieremo ancora risorse ingenti. Ma noi abbiamo deciso di affidarci pienamente alla comunità scientifica, e l'attesa è di un miglioramento nei prossimi giorni».

Che altre misure prenderete?
«Prematuro dirlo. Ripeto, attendiamo l'evoluzione della crisi giorno per giorno».

Un ulteriore decreto da 25 miliardi a deficit l'Ue lo concederebbe?
«Guardi, dobbiamo tutti comprendere una cosa. C'è un cambio di paradigma. Non c'è più una discussione delle regole dell'Europa, ormai è una discussione dell'Europa su se stessa».

Che significa?
«L'intero continente si troverà a dover fronteggiare lo stesso problema che oggi sta affrontando l'Italia. Il tema non sarà più la flessibilità, ma il livello comune di intervento del quale ci si doterà. Gli interventi della Banca centrale europea, gli investimenti comuni e persino gli eurobond non sono più confinati ad una sofisticata discussione accademica».

A proposito della Bce e degli interessi comuni. Lo scivolone del presidente della Bce Christine Lagarde che ha detto che non è compito suo occuparsi di spread, non è un buon inizio su questa strada.
«C'è da chiedersi se sia stato uno scivolone o se sia una linea d'intervento».

E in questo secondo caso?
«L'Italia dovrà farsi capofila di una battaglia a viso aperto contro questa visione egoistica dell'Europa».

Per chiedere cosa, magari di mettere soldi in tasca direttamente ai cittadini con l'helicopter money, che ormai sembra l'ultima arma nelle mani delle banche centrali?
«Dovremmo chiedere con forza uno strumento come l'helicopter money. E dobbiamo chiederlo come assunzione da parte dell'Europa della responsabilità di una risposta ad una crisi comune, un problema che coinvolge tutti i cittadini del Vecchio continente. Intanto il governo italiano nel decreto di marzo ha deciso di erogare 600 euro a 5 milioni di lavoratori autonomi e stagionali a basso reddito e a un altro milione di iscritti alle casse».

Il balzo dello spread è una preoccupazione?
«Oggi è un problema relativo. Come detto tra qualche giorno quello che sta avvenendo in Italia sarà sperimentato anche dagli altri Paesi europei. Ripeto, dobbiamo immaginare che stiamo combattendo una guerra, una guerra comune nella quale come europei siamo tutti dalla stessa parte. Che senso può avere lo spread in una situazione simile?».

Tutte le previsioni ormai danno per scontata una recessione. Quanto sarà pesante e quanto durerà?
«Gli effetti dipenderanno dalla durata del contagio. Ma è meglio prepararsi. Il mondo dopo il coronavirus non sarà del tutto uguale a quello di prima. Ci saranno cambiamenti che riguarderanno il modo di lavorare, il modo di viaggiare, i rapporti interpersonali. Turismo e trasporti non torneranno a muoversi con le stesse dinamiche di prima».

Come ci si può preparare?
«Sarà fondamentale investire subito nel potenziamento delle reti digitali».
 

 
 

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