Vincent Chaigneau, Head of Research di Generali Investments, nota che la Fed ha intrapreso azioni decisive, ma i futures sull'azionario sono scesi di quasi il 5%; durante la crisi finanziaria globale del 2008-09, l'ultimo taglio della Fed è arrivato a dicembre 2008, ma le azioni hanno toccato il fondo solo a marzo. "Il 2020 non è il 2008 - afferma - all'epoca si temeva che le banche in fallimento potessero far collassare il sistema finanziario. Si spera che questa recessione globale abbia vita breve, ma sarà profonda.
La preoccupazione - sottolinea - è che, visto l'elevato indebitamento, la brusca frenata dell'economia possa fortemente impattare sulle imprese, piccole e grandi. La Fed ha fatto molto per affrontare il crescente stress finanziario, ma ci sono cose che non hanno fatto o non potevano fare. Powell ha commentato: "Non abbiamo l'autorità legale per acquistare altri titoli e non stiamo cercando tale autorità ... Non abbiamo gli strumenti per raggiungere gli individui e in particolare le piccole imprese ... Pensiamo che la risposta fiscale sia fondamentale".
Secondo Chaigneau vi sono due tipi di interruttori: le banche centrali offrono liquidità, ma le banche commerciali non presteranno a meno che non ottengano garanzie governative per il rischio default. Acquisti di attività rischiose (obbligazioni societarie o azioni) richiederebbero un cambiamento nel Federal Reserve Act, o garanzie dal Dipartimento del Tesoro. "I nostri occhi - afferma - sono puntati al mercato del credito poiché i rimborsi potrebbero mettere a rischio la liquidità dei fondi. I fondi di debito investment grade, high yield e sui mercati emergenti hanno registrato i deflussi più grandi di sempre la scorsa settimana (34,1 miliardi dollari); un record di 136,9 miliardi indirizzati verso pura liquidità".
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