Gli artigiani: «Pronti a chiudere tutto, se è necessario per fermare il virus»

Gli artigiani: «Pronti a chiudere tutto, se è necessario per fermare il virus»
di Giusy Franzese
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Sabato 21 Marzo 2020, 23:17
Il 60% delle piccole e piccolissime aziende italiane è ancora in attività. Molte sono manifatturiere, bisogna stare in azienda, lo smart working proprio non è possibile. I lavoratori si spostano da una parte all'altra della città, e chissà quanti di loro non sa di essere un portatore sano di Covid-19. Così l'avanzata del virus non si ferma. Lo vediamo dal bollettino della Protezione Civile: 793 morti in un solo giorno. Nemmeno più la definizione ecatombe sembra appropriata alla gravità della situazione.
Cesare Fumagalli è il segretario generale della Confartigianato. Vive in Lombardia, la regione più colpita, e appoggia la scelta di una maggiore stretta adottata  dal governatore della Lombardia, Attilio Fontana. «Non c'è danno economico che valga una sola vita umana. Se serve  siamo pronti alla chiusura, convinti che prima si fa, prima si può sperare di tornare alla normalità» dice. 
Secondo i dati forniti da Confartigianato nelle imprese artigiane della manifattura lavorano 935.038 addetti e rappresentano il 5,6% dell’occupazione totale delle imprese. Nel settore dell’edilizia e installazione impianti operano 499.495 micro e piccole imprese, pari al 99,8% del totale del comparto di edilizia e installazione di impianti, con 1.160.504 addetti, pari all’88,6% degli addetti del settore. Nelle 352.541 imprese artigiane delle costruzioni operano 704.504 addetti, pari al 53,8% del totale degli addetti del settore.
Nelle imprese artigiane dei servizi lavorano 1.035.815 addetti.

Anche Paolo Zabeo, responsabile ufficio studi della Cgia Mestre, osserva che «la salute delle persone viene prima di ogni cosa. Va bene, quindi, una serrata generale salvo le attività essenziali e per far fronte alle emergenze. Ma poi, quando tutto sarà passato, il governo si ricordi che dovrà varare un vero e proprio piano Marshall per il rilancio del sistema produttivo, così da evitare che il sistema produttivo collassi e che molte piccole aziende non chiudano per sempre». Ma questo è un ragionamento che verrà dopo. Adesso bisogna trovare il modo di costruire un muro invalicabile per il virus. E se bisogna chiudere altro, ben venga. Comunque, secondo la Cgia,  Molte attività commerciali e artigianali in questi giorni sono chiuse. Ma  questo ha favorito il laboratori abusivi e in nero. In molti - sostiene l'associazione degli artigiani  in una nota - hanno approfittato della chiusura totale imposta a estetiste, acconciatori e alla difficoltà di trovare artigiani che sono disponibili solo per le urgenze, non per gli interventi ordinari. Si tratta degli edili, degli elettricisti, dei fabbri, degli idraulici, dei manutentori di caldaie che in questi giorni stanno subendo una concorrenza sleale aggressiva. 

 
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