"Non è sempre punibile - si è espressa la Corte - chi agevola l'esecuzione del proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formatosi, di un paziente tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche e psicologiche che egli reputa intollerabili ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli". La corte Costituzionale doveva stabilire se fosse reato, secondo l'articolo 580 del codice penale, aiutare a morire una persona malata che non ritiene più sopportabile e dignitoso vivere.
Già l'anno scorso la Consulta aveva segnalato l'incostituzionalità della norma che parificava l'istigazione al suicidio con l'aiuto. I giudici costituzionali che avevano già chiesto al Parlamento di legiferare dando tempo fino al 24 settembre, ma senza alcun risultato. Ora Senatori e Deputati non hanno più alibi nel non prendere decisioni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA