Consiglio europeo, sul tavolo il Recovery Fund

Consiglio europeo, sul tavolo il Recovery Fund
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Giovedì 23 Aprile 2020, 10:00 - Ultimo aggiornamento: 11:37
(Teleborsa) - Dopo settimane di discussioni il giorno del confronto tanto atteso è arrivato. Al Consiglio europeo, Giuseppe Conte ribadirà la necessità di "una risposta europea coordinata e solidale" anche se quello che fino a qualche giorno fa si annunciava come uno dei vertici più importanti della storia dell'Ue potrebbe deludere le aspettative. Da più parti è stato, infatti, già declassato a semplice incontro interlocutorio.

Insomma nessuna grande decisione è attesa oggi dalla videoriunione dei 27 sugli aiuti economici, salvo il via libera finale, che sembra ormai scontato, ai tre paracadute approvati dall'Eurogruppo, quello per gli Stati (Mes), quello per i lavoratori (Sure) e quello per le imprese (nuova Bei). Anche sul Mes non sono previste grandi novità dal momento che seppur verrà approvato "senza condizioni" cosa questo vorrà significare, nel dettaglio, lo si potrà capire solo più avanti. Su questo fronte l'Italia si presenta con una maggioranza divisa circa l'opportunità di accettare o meno i 37 miliardi previsti dal Mes senza condizioni con Pd e Italia Viva favorevoli, contrari i Cinquestelle. Un'eventuale adesione richiederà, tuttavia, un iter lungo e travagliato e, soprattutto, un'attenta valutazione delle altre proposte messe in campo dall'Europa.

Protagonista sul tavolo del Consiglio europeo sarà il Recovery Fund sul quale ci si aspetta qualche passo ma nessun accordo ufficiale. Un confronto sui contenuti di questo strumento avverrà, infatti, solo dopo la proposta formale che la Commissione Ue presenterà il 29 aprile. Dalle prime indiscrezioni sembra che la presidente Ursula von der Leyen sarebbe disposta a mettere sul tavolo una proposta da 1.600 miliardi, cioè una potenza di fuoco simile a quella chiesta da Italia, Francia e Spagna.

È certo che il presidente del Consiglio europeo Charles Michel si troverà a dover gestire il duello prestiti-aiuti che vede una netta divisione tra Nord e Sud. Da una parte c'è chi vuole usare solo gli strumenti esistenti, come il bilancio Ue, per aiutare la ripresa. Dall'altra chi vuole invece creare quegli "strumenti innovativi" di cui aveva già discusso l'Eurogruppo, senza successo. Per preparare il terreno già a inizio settimana Michel ha cominciato a mediare, convocando un minivertice a cinque con i leader delle due fazioni ovvero Giuseppe Conte, Pedro Sanchez, Emmanuel Macron, e sull'altro fronte Mark Rutte e Angela Merkel.

LE PROPOSTE SUL TAVOLO PER IL RECOVERY FUND – Se appare condivisa la necessità di creare un fondo per la ripresa le modalità con cui ciò debba avvenire continuano a essere molto divisive. Per la Spagna il Fondo deve essere finanziato attraverso un "debito europeo perpetuo", gestito dalla Commissione Ue sulla base di garanzie prese dal bilancio comune, e capace di dare agli Stati sovvenzioni a fondo perduto. Un'idea questa completamente indigeribile per i Paesi del Nord in quanto vincolare la Commissione Ue, con un debito perpetuo, la considerano una strada vietata dai Trattati. La proposta francese prevede che la Commissione costituisca un fondo grazie a garanzie degli Stati e conceda prestiti a lunga scadenza, in base alle necessità di ognuno. A tentare un compromesso è la proposta italiana, che prevede un fondo di solidarietà gestito da Bruxelles, con la garanzia del budget europeo, ma includendo inizialmente garanzie comuni di tutti gli Stati membri. Le risorse che la Commissione Ue raccoglierà sui mercati daranno prestiti "back to back" agli Stati membri, con "scadenze il più possibile a lungo termine". "Sosteniamo la rapida realizzazione del Recovery Fund che dovrebbe affrontare le conseguenze economiche del coronavirus ed evitare l'aumento delle divergenze strutturali fra gli stati membri – ha dichiarato questa mattina il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri al Financial Times –. L'ammontare delle risorse prese a prestito dal Fondo sul mercato dovrebbe essere almeno fra 1.000 e 1.500 miliardi tramite l'emissione di titoli a scadenza perpetua o molto lunga. La cosa essenziale è che non stiamo parlando di mutualizzazione dei debiti esistenti, ma del modo più efficiente ed efficace di contrastare con mezzi comuni una sfida comune che è straordinaria e senza precedent". Il recovery fund, secondo la proposta, si finanzierebbe sui mercati fino a 1.500 miliardi di dollari mettendo obbligazioni con durata massima trentennale. Per mediare, la von der Leyen potrebbe proporre non sovvenzioni ma prestiti a lunga scadenza, da un fondo che nasca all'interno del perimetro del bilancio europeo ma che funzioni in modo autonomo come il vecchio piano Juncker per gli investimenti, o il nuovo Invest EU.



(Foto: © Giordano Aita / 123RF)
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