Nonostante l'accelerazione della produzione industriale italiana, che a gennaio ha fatto registrare la prima variazione positiva dopo quattro mesi di cali, "il
bilancio congiunturale resta complessivamente molto
debole e negativamente orientato", lasciando supporre che
il PIL del 2019 non raggiungerà la crescita dell'anno passato. È quanto ha osservato l'
Ufficio Studi di Confcommercio in relazione ai dati sulla produzione diffusi nella giornata dell'8 marzo dall'ISTAT. Secondo la Confederazione, inoltre, il prossimo DEF dovrà puntare ad eliminare le incertezze che occupano i fronti della finanza pubblica e della politica fiscale, così da arginare il processo di deterioramento delle aspettative di famiglie e imprese.
Una
situazione ritenuta
preoccupante anche dal
Centro Studi Promotor, che in una nota ha osservato come la
crescita dell'indice sulla produzione industriale a gennaio vada
inserita in quadro statistico di inizio 2019
"prevalentemente" negativo, compatibile con un
nuovo calo congiunturale del PIL nel primo trimestre 2019. Una nuova contrazione della crescita, ha continuato il Centro Studi, segnerebbe il passaggio
dalla recessione tecnica alla recessione conclamata per l'economia italiana.
In controtendenza, l'Associazione degli agricoltori
Coldiretti ha espresso entusiasmo per la
crescita dello 0,5% nelle produzioni industriali legate al
mondo alimentare.