Concorsi pubblici, oltre 250mila candidati per un posto nella Pa. Ma il 20% rinuncia

I dati del Formez: gli abbandoni soprattutto nelle amministrazioni del Nord

Concorsi pubblici, oltre 250mila candidati per un posto nella Pa. Ma il 20% rinuncia
di Francesco Bisozzi
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Lunedì 29 Maggio 2023, 21:34

Paese di santi, poeti, navigatori e di concorsisti. Sono più di 265 mila, stando ai dati del Formez, quelli che si candidano a più concorsi pubblici e poi optano per il posto con lo stipendio migliore o il contratto stabile, lasciando spesso e volentieri scoperte amministrazioni alle prese con i progetti del Pnrr e già vittime di gravi carenze di organico.

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Quello dei concorsisti è un fenomeno che è andato accentuandosi negli ultimi due anni e che ha portato a una raffica di rinunce da parte dei vincitori delle selezioni.

Tra il 2021 e il 2022 circa il 20 per cento dei vincitori delle prove si è tirato indietro all’ultimo momento quando in ballo c’era un contratto a tempo indeterminato. L’asticella sale addirittura al 50% se il posto offerto era a breve scadenza.  


PIÙ DELLA METÀ SONO DONNE
I concorsisti hanno un’età media di poco superiore ai 40 anni, la maggior parte possiede una laurea in giurisprudenza (il 43%) e in due casi su tre risiedono nelle regioni del Mezzogiorno. Più della metà sono donne. Relativamente ai bandi pubblicati dal primo gennaio 2021 al 30 giugno 2022 da parte delle amministrazioni, il Formez ha fatto sapere di aver acquisito oltre 2 milioni di richieste di partecipazione ai concorsi indetti. 
Ed è emerso che sono stati in tutto 265 mila i candidati che hanno fatto domanda per accedere a più selezioni, ovvero il 41,5% del totale. Di questi il 26% è risultato idoneo in almeno due prove. 


Il flop dei concorsi pubblici dipende anche da questo fattore. L’inedito potere di scelta dei candidati spinge per esempio sempre più persone a rifiutare un posto di lavoro in una pa del Nord, dove l’affitto impegna in media quasi il 50% dello stipendio di un laureato neo-assunto. Ma se da un lato aumentano concorsisti e rinunce, dall’altro diminuisce il numero complessivo dei partecipanti alle prove. Oggi si presentano in media 40 candidati per ogni posto messo a bando, contro i 200 del 2019. 


Numeri che destano allarme in una fase in cui la Pubblica amministrazione ha un disperato bisogno di assumere per mantenere l’operatività degli enti. Entro il 2033, infatti, oltre un milione di statali sarà costretto a lasciare il lavoro per raggiunti limiti di età, circa uno su tre. 


LE USCITE DALLA SCUOLA
Alcune amministrazioni, per intenderci, dovranno sostituire più di metà del personale in servizio. In valori assoluti le uscite più significative si registreranno nella scuola (463.257), nella sanità (243.130) e negli enti locali (185.345). Gli impiegati pubblici con meno di trent’anni sono il 4,8%. Nei ministeri, negli enti locali e nella scuola ci sono appena due giovani di meno di trent’anni assunti stabilmente ogni cento impiegati. Il numero dei dipendenti pubblici in Italia intanto ha raggiunto le 3.266.180 unità (+0,8% rispetto al dato del 2021). Mentre il numero dei contratti a tempo indeterminato ha toccato il minimo storico: solo 2,9 milioni di statali hanno il posto fisso. I contratti flessibili sono oltre 437.000. Risultato, nella Pa su 100 contratti stabili ce ne sono 15 flessibili. Il 68% di questi è assorbito da istruzione e ricerca, dove i precari sono (il 30% degli occupati). Nel 2021 gli assunti per concorso sono stati più di 150.000. Di questi I’8,6% era già un dipendente pubblico. Sul portale InPA, operativo dal 2021, sono stati pubblicati finora oltre 2.200 bandi (circa 760 le procedure ancora aperte) per un totale di 34.860 posti, di cui 1.000 banditi nel 2021, 14.630 nel 2022 e 19.230 nel 2023. Dei posti messi a bando, il 4% sono per incarichi di collaborazione, il 24% per assunzioni a tempo determinato e il 72% per assunzioni a tempo indeterminato. A partire da giugno InPA diventerà l’unico canale per la pubblicazione dei bandi di concorso. 
 

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