I Comuni
Sono più di di tremila comuni beneficiari (3.101). Oltre 4 mila abitanti coinvolti. Per la definizione della platea dei comuni beneficiari è stato utilizzato il criterio della perifericità e della minore dimensione demografica: la dimensione demografica di riferimento è stata articolata in due fasce, fino a tremila abitanti e fino a cinquemila abitanti. La platea di riferimento è quindi composta da tutti i Comuni fino a tremila abitanti identificati come intermedi, periferici e ultra-periferici dall’accordo di partenariato 2014-2020 e da tutti i Comuni fino a cinquemila abitanti identificati come periferici e ultra-periferici dal medesimo accordo. Ai Comuni con meno di mille abitanti andranno 62,7 milioni, 66,5 a quelli con una popolazione compresa tra mille e duemila abitanti, 49,8 a quelli con meno di tremila abitanti, 30,7 a quelli fino a cinquemila residenti.Oggi circa il sessanta per cento del territorio nazionale è contraddistinto dalla presenza di piccoli paesi, lontani dai servizi essenziali. La Strategia nazionale per lo sviluppo di queste aree ha mosso i primi passi nel 2012 con il supporto di un comitato tecnico. Più nel dettaglio, le aree lontane dai poli di servizio essenziale primario e avanzato corrispondono al 60 per cento della superficie territoriale. Con la legge di Bilancio 2020 è stata aumentata di 200 milioni di euro la dotazione della Strategia nazionale per le aree interne per il periodo 2012-2023 e istituito uno specifico fondo triennale di 90 milioni di euro per il sostegno alle attività economiche, artigianali e commerciali nei comuni delle aree interne. Per contrastare gli effetti dell’epidemia Covid-19, che ha aggravato ulteriormente la fragilità delle aree periferiche del Paese, e fornire un aiuto concreto ai cittadini dei comuni svantaggiati, il fondo è stato rifinanziato nella misura di 60 milioni per il 2020 e di 30 milioni per ciascuno degli anni 2021 e 2022. Per il rilancio e la valorizzazione delle aree interne è necessario che i piccoli Comuni periferici superino i loro limiti, lavorando a forme di gestione associata dei servizi offerti alla cittadinanza, partendo dai servizi per la salute, l’istruzione, la mobilità, la tutela e la valorizzazione del territorio.
Soddisfatto il ministro per il Sud e la Coesione territoriale Giuseppe Provenzano che si è impegnato in prima linea per rilanciare la Strategia nazionale per lo sviluppo delle aree interne: «Le aree interne sono un’opportunità, lo abbiamo visto anche nell’emergenza. Con questo intervento vogliamo sostenere da subito le imprese commerciali e artigianali perché solo garantendo il lavoro si può assicurare un futuro alle comunità. Queste realtà rappresentano, in molti casi, veri e propri presidi di socialità». Dalla Camera Fabio Melilli ed Enrico Borghi ricordano come il decreto nasca da una legge voluta dal Pd.
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