Tutti i commenti denunciano consumi che restano fragili, da Federdistribuzioni a Fedeconsumatori, con l'ufficio studi di Confcommercio sottolinea che i consumi delle famiglie, più che alla ripresa sembrano avere «un orientamento esclusivo alla convenienza di prezzo e a cogliere le occasioni». Del resto, cala l'Unione nazionale consumatori, le vendite totali restano inferiori non solo ai livelli del 2008 ma anche a quelle di due anni fa. In questi anni, calcola l'Unc, i negozi hanno perso il 15,9% dei loro scontrini, affossati dalla crisi dei consumi e dalla concorrenza dei colossi del web. E dall'inizio dell'anno, secondo i dati Istat, le vendite dell'ecommerce sono aumentate ancora del 17,5% rispetto ai primi nove mesi del 2018, mentre le botteghe perdevano lo 0,5% e la grande distribuzione era divisa tra il solito aumento dei discount, in crescita del 4,4%, e gli ipermercati in difficoltà
(-1%).
In questo contesto i dati Istat relativi il terzo trimestre segnano comunque un'accelerazione dei consumi con le vendite totali che salgono dello 0,5% in valore. È un altro incremento da «zero virgola», ma si tratta comunque del risultato migliore a partire dal primo trimestre del 2017.
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