La Cig Covid sarà a pagamento se l'azienda perde meno del 20%

La Cig Covid sarà a pagamento se l'azienda perde meno del 20%
di Giusy Franzese
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Giovedì 30 Luglio 2020, 06:50 - Ultimo aggiornamento: 14:51

La Cig Covid, ovvero l'ammortizzatore sociale attivato in questi mesi di pandemia per tutti i lavoratori di qualsiasi settore e completamente a carico dello Stato, verrà prorogata per altre 18 settimane, ma non per tutte le aziende sarà a costo zero. Perché, anche se è certamente vero che la crisi economica è profondissima, ci sono dati che non tornano. Il 25% delle aziende che ha messo i suoi lavoratori in cig non ha avuto perdite di fatturato, ma ha comunque utilizzato la cassa integrazione drenando il 28% delle ore autorizzate. Una enormità, che non fa bene alle casse dello Stato, ma nemmeno alle tasche degli stessi lavoratori, visto che stare in cig vuol dire ricevere una busta paga tagliata di oltre il 27%.

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LO SPARTIACQUE
E così nel cosiddetto decreto di agosto il governo ha deciso di mettere mano al meccanismo. A fare da spartiacque tra chi ha diritto alla Cig ancora totalmente gratuita e chi no sarà il fatturato dei primi sei mesi dell'anno: le aziende che non hanno subito perdite oppure ne hanno avute non oltre il 20% rispetto allo scorso anno, potranno comunque accedere alla Cig se ne hanno bisogno, ma pagando un ticket che varierà dal 9 al 15% (meno è la perdita di fatturato più alto sarà il ticket) dell'importo ricevuto dal lavoratore. «Sul lavoro, sono allo studio interventi che consentiranno di dare continuità alle misure attualmente in vigore e, al tempo stesso, di modularle in modo più efficace e selettivo. Saranno differenziati i meccanismi in modo da prevedere un contributo da parte delle imprese che non abbiano subito perdite significative» ha confermato il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri in Senato.
L'intenzione del governo è quello di uscire pian piano dall'emergenza, concentrando gli aiuti solo su chi ne ha veramente bisogno. D'altronde tra i principali partner europei soltanto l'Italia - tra le misure adottate per contrastare l'emergenza economica dovuta al dilagare del virus e al lockdown - ha scelto di coprire i costi degli ammortizzatori sociali completamente a carico dello Stato. Non lo ha fatto la Francia, non lo ha fatto la Spagna, e nemmeno la Germania.

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IL BLOCCO
Tra le novità sulle quali si sta ragionando (Mef e Lavoro per ora hanno visioni diverse) potrebbe essercene anche una relativa alla proroga del blocco dei licenziamenti. Si sta valutando di collegarla alla Cig: lo stop ai licenziamenti resta per tutte le aziende che accedono all'ammortizzatore sociale, potrebbe gradualmente allentarsi per quelle che non ne fanno ricorso. A ogni modo dal nuovo stop saranno escluse le aziende fallite, quelle cessate e quelle che raggiungono accordi con i sindacati.
Per stimolare le imprese a non ridurre l'occupazione, il decreto di agosto conterrà uno sconto sul costo del lavoro (sei mesi di decontribuzione) per chi fa nuove assunzioni a tempo indeterminato. Non ci saranno esclusioni in base all'età, come invece accade per la decontribuzione under-35 già in vigore. Le aziende che richiameranno i lavoratori dalla cig, usufruiranno di tre mesi di decontribuzione per ogni dipendente ritornato al suo posto.

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L'ALLARME
Dopo l'Upb (ufficio parlamentare di bilancio) a lanciare l'allarme dell'uso improprio della Cig Covid, ieri è stato uno studio realizzato da Inps e Bankitalia: nei mesi di marzo e aprile - si legge nel rapporto - oltre la metà delle imprese italiane ha fatto uso della Cig-Covid, coinvolgendo una platea di quasi il 40% dei dipendenti del settore privato, che hanno perso in media il 27,3% del proprio reddito mensile. «Una quota significativa di imprese», pari a circa il 20% nella manifattura e al 30% nei servizi, ha fatto uso della Cig Covid pur non avendo avuto perdite di fatturato. La cassa ha permesso ad ogni impresa di risparmiare circa 1.100 euro per dipendente presente in azienda. Tra le imprese più piccole l'importo medio risparmiato grazie alla riduzione dell'orario di lavoro è stato pari a 3.900 euro nel bimestre. Le più grandi hanno messo a segno, con il ricorso gratuito alla cig, risparmi in media di quasi 24.000 euro nel settore servizi, circa 21.000 nel manifatturiero.
Intanto ieri i consulenti del lavoro hanno manifestato davanti alla Camera, chiedendo procedure semplificate fino ad arrivare ad un ammortizzatore unico. «Vogliamo essere ascoltati» prima che il decreto di agosto sia varato, ha detto la presidente Marina Calderone, ricordando che attraverso la loro rete sono state presentate il 90% delle istanze di concessione di cig, pari a 6 milioni e 800 mila lavoratori .
 

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