Cernobbio, A2A lancia allarme su gestione rifiuti: "Nei prossimi tre anni discariche esaurite in Italia"

Cernobbio, A2A lancia allarme su gestione rifiuti: "Nei prossimi tre anni discariche esaurite in Italia"
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Venerdì 3 Settembre 2021, 18:15
(Teleborsa) - Non c'è più tempo da perdere. Il mondo consuma troppe risorse: l'Earth Overshoot Day – il giorno che indica l'esaurimento ufficiale delle risorse rinnovabili che la Terra è in grado di rigenerare nell'arco di 365 giorni, la cui data muta di anno in anno a seconda della rapidità con cui tali risorse vengono sfruttate – si e` avvicinato di 67 giorni rispetto al 2000. Nel 2021 l'Italia ha consumato tutte le risorse disponibili del territorio in 133 giorni (il 13 maggio) e tutti gli altri paesi europei prima della fine di giugno. Questo l'allarme lanciato da Cernobbio dove oggi è stato presentato nell'ambito del Forum di The European House – Ambrosetti, lo studio "Da NIMBY a PIMBY: economia circolare come volano della transizione ecologica e sostenibile del Paese e dei suoi territori", realizzato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con A2A, in una conferenza stampa cui hanno preso parte Marco Patuano, presidente di A2A e Renato Mazzoncini, amministratore delegato e direttore generale di A2A.

In dieci messaggi chiave la ricerca identifica i gap esistenti nei territori del Paese rispetto alla gestione dei rifiuti e analizza i fabbisogni impiantistici per la frazione organica, per il recupero energetico dei rifiuti non riciclabili e dei fanghi di depurazione, e per le bioenergie. Vengono inoltre quantificati gli investimenti necessari per superare le attuali criticita` ed evidenziati i relativi benefici economico-ambientali. L'auspicato passaggio dal fenomeno del NIMBY (Not In My Back Yard) – che indica la preferenza dei cittadini a localizzare impianti in luoghi distanti dalla propria quotidianita` – al PIMBY (Please In My Back Yard) richiede di sfatare i falsi miti che bloccano la realizzazione delle infrastrutture favorendo meccanismi come il "Dibattito Pubblico", previsti nel Codice degli Appalti, e comprimere i tempi della burocrazia per avviare le opere necessarie, in particolare nel Centro-Sud Italia, sia ad oggi che in prospettiva.

"È il secondo anno che realizziamo questo studio con Ambrosetti e dal punto di vista impiantistico nel nostro Paese non è cambiato nulla.
Ad oggi – ha spiegato nel suo intervento Patuano – avremmo bisogno di 4 pianeti per sostenere i consumi che abbiamo. Il mondo intero sta consumando troppe risorse naturali, troppo velocemente, e parallelamente continua a produrre rifiuti. Ma mentre in Italia fa fatica ad affermarsi una visione di crescita impiantistica, altri Paesi accelerano sul riciclo e sviluppano impianti di recupero energetico. Affinche´ l'Italia possa raggiungere i target fissati dall'Europa in ambito economia circolare e` necessario investire fino a 4,5 miliardi di euro in infrastrutture dedicate al trattamento dei rifiuti per i quali non sara` difficile trovare finanziamenti privati dati i molti soggetti interessati a investire. A tale proposito saranno fondamentali gli sviluppi del regolamento sulla tassonomia delle attivita` eco-compatibili, delineato dal Parlamento Europeo con lo scopo di indirizzare gli investimenti del settore. Infine, per realizzare una vera economia circolare nel Paese e` indispensabile superare la sindrome NIMBY costruendo un dialogo fra istituzioni, cittadini e imprese per una efficace collaborazione".

"L'economia circolare – ha sottolineato Mazzoncini – rappresenta una priorita` nazionale. Una gestione virtuosa dei rifiuti produce benefici concreti: tutela l'ambiente e migliora la qualita` della vita delle persone, offre un contributo alla transizione energetica e valorizza le risorse locali e l'indotto a beneficio dei territori. Crediamo che sia necessario un approccio pragmatico per colmare il gap impiantistico e rendere possibile l'uso circolare delle risorse, unica modalita` di crescita sostenibile. Il nostro piano industriale decennale prevede 6 miliardi di investimenti per l'economia circolare, siamo pronti a fare la nostra parte con progetti mirati nelle zone del Paese carenti dal punto di vista impiantistico. In questo scenario, i capitali dei privati utili allo sviluppo del settore necessitano di due condizioni: un contesto regolatorio adeguato e un fondo di garanzia statale che tuteli dal rischio".

"Il quadro di riferimento europeo del Circular Economy Package e` un forte stimolo a colmare i gap impiantistici esistenti promuovendo la transizione ecologica dei territori italiani – ha dichiarato Valerio De Molli, managing partner & ceo di The European House – Ambrosetti –. Dobbiamo ridurre con urgenza il conferimento in discarica dei rifiuti urbani che, con il 21% medio nazionale, ma con forti difformita` regionali che vanno dal 58,0% in Sicilia al 4,9% in Emilia-Romagna, ci posiziona oggi su livelli 30 volte superiori ai best performer europei. Solo colmando il gap impiantistico per frazione organica e recupero energetico si puo` abbattere il ricorso alla discarica abilitando ricadute economiche complessive per il Paese pari a 11,8 miliardi di euro e con un risparmio di emissioni di 3,7 milioni di tonnellate di CO2".


LA CAPACITÀ DELLE DISCARICHE IN ITALIA –
Per raggiungere la chiusura virtuosa del ciclo di vita il Circular Economy Package europeo fissa dei target di recupero effettivo dei rifiuti urbani al 65% e di conferimento in discarica inferiore al 10% entro il 2035. Ma l'Italia – avverte lo studio – e` ancora lontana dall'obiettivo con ancora nel 2019 un conferimento in discarica del 20,9%; un valore 30 volte superiore a quello dei best performer europei (Svizzera, Svezia, Germania, Belgio e Danimarca) che vi ricorrono in media per lo 0,7% del totale dei rifiuti. Un dato che – secondo la ricerca – porterà nei prossimi 3 anni all'esaurimento delle discariche del nostro Paese nelle quali ogni anno vengono conferiti 17,5 milioni di tonnellate di rifiuti (urbani e speciali) che corrispondo a 26 volte il volume del Duomo di Milano. In tale scenario l'Italia presenta differenze significative tra Nord (dove le discariche si esauriranno in 4,5 anni) e Sud (1,5 anni).
Prendendo in considerazione solo la Forsu (Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano) lo studio mostra come, per raggiungere l'obiettivo di riciclo effettivo del 65% al 2035 fissato dal Circular Economy Package, sia necessario raccogliere e trattare tutta la quantita` prodotta. Ne discende la necessita` di poter gestire questa tipologia di rifiuti recuperando materia (compost) ed energia (biogas) per ulteriori 3,2 milioni di tonnellate di Forsu (il 50% in piu` dei volumi attuali) e, di conseguenza, realizzare tra i 31 e i 38 nuovi impianti di trattamento, per un investimento complessivo di 1,1 - 1,3 miliardi di euro. Alla luce dei gap attuali, l'80% delle opere dovra`, inoltre, essere localizzato al Centro-Sud del Paese.

LO SVILUPPO DEL BIOMETANO PER ACCELERARE LA DECARBONIZZAZIONE – Con lo sviluppo di infrastrutture dedicate al trattamento della Forsu – spiega lo studio – e` inoltre possibile abilitare una produzione di biometano fino a 768 milioni di m3 ottenuto dalla purificazione del biogas. Il biometano rappresenta, infatti, un'importante componente per la decarbonizzazione su cui l'Italia ha un forte potenziale (circa 8 miliardi di m3 negli scenari di mercato, ovvero il 10% della domanda nazionale di gas) per cui occorrerebbe valorizzare anche lo sviluppo delle componenti agricole, agro-industriali, effluenti zootecnici e sottoprodotti di origine animale.

IL RECUPERO ENERGETICO PER IL RAGGIUNGIMENTO DEI TARGET EUROPEI – Lo studio dei fabbisogni impiantistici ha previsto anche un'analisi del recupero energetico dai rifiuti urbani e dai fanghi di depurazione. Per chiudere il ciclo ambientale, la quota dei rifiuti urbani non recuperabile come materia – si legge nella ricerca – necessita di essere recuperata come energia: l'Italia oggi riesce a farlo per il 19,6% del totale, a fronte del 45,4% dei Paesi europei che hanno gia` ridotto il conferimento in discarica sotto il 5%. La ricerca quantifica pertanto in ulteriori 3,1 milioni di tonnellate di rifiuti il fabbisogno italiano di recupero energetico necessario per il raggiungimento dei target europei. Dall'analisi dei dati su base regionale emerge, infatti, che 17 regioni italiane avranno a tendere un gap impiantistico per questo tipo di attivita`, per colmare il quale il Paese necessita di 6-7 nuovi termoutilizzatori per i rifiuti urbani, per un investimento complessivo di 2,2 - 2,5 miliardi di euro. Il potenziale di recupero di energia dei fanghi di depurazione – il principale residuo dei trattamenti depurativi delle acque reflue – ammonta, inoltre, a 2,4 milioni di tonnellate che possono essere gestite grazie alla realizzazione di 8 linee aggiuntive in impianti esistenti e con un investimento di circa 700 milioni di euro.

I BENEFICI ECONOMICI E QUELLI AMBIENTALI – Secondo lo studio, i benefici derivabili dal superamento dei problemi legati alla gestione dei rifiuti in Italia sono significativi sia dal punto di vista economico che ambientale. A fronte di un investimento fino a 4,5 miliardi di euro, l'analisi quantifica in 11,8 miliardi di euro di indotto economico, pari a un moltiplicatore di 2,6 euro generati nell'economia per ogni euro di impatto diretto, con un gettito IVA potenziale di 1,8 miliardi di euro. La realizzazione di impianti per il trattamento della frazione organica determina inoltre un beneficio economico rilevante nelle Regioni con i minori tassi di raccolta differenziata, permettendo una riduzione della TARI per un valore complessivo superiore a 550 milioni di euro. Dal punto di vista ambientale, lo studio arriva alla conclusione che colmare il gap impiantistico per il recupero energetico dei rifiuti urbani e dei fanghi di depurazione permetterebbe un risparmio netto complessivo di 3,7 milioni di tonnellate di emissione di CO2 rispetto al conferimento in discarica degli stessi. Grazie alla produzione elettrica associata, si determinerebbe inoltre un incremento di 0,7 punti percentuali della quota di energie rinnovabili sulla generazione complessiva del Paese, contribuendo cosi` alla transizione energetica.









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