Dal report emergono segnali di allargamento della forbice sociale nei bilanci delle famiglie. Negli ultimi 5 anni la capacità di spesa delle famiglie italiane ha mostrato un costante progresso. La quota che dichiara un aumento della capacità di spesa rispetto all'anno precedente ha raggiunto il 31,9% del totale. Quelle che invece hanno visto un peggioramento sono oggi il 15%.
Le famiglie che si trovano in condizione di povertà assoluta sono un 6,9% del totale, vale a dire un milione e 793mila. E di queste quasi un terzo (455mila, il 29,2% sono straniere). Preoccupano anche i dati relativi agli individui a rischio di povertà relativa: in Italia sono il 17,5% dei nativi, il 28,9% degli stranieri comunitari e il 41,5% dei cittadini non comunitari. Negli ultimi 10 anni, mentre i cittadini italiani in situazione di povertà relativa sono stazionari, gli stranieri comunitari a rischio sono aumentati del 13,6% e i non comunitari del 12,7%.
Poi c'è il "mal di casa" con 650mila famiglie in graduatoria per un alloggio sociale e 100 nuclei familiari che vengono sfrattati ogni giorno. Il rapporto spiega che "il disagio abitativo cresce anche per l'estrema debolezza del sostegno pubblico", visto che "troppo esiguo obsoleto e in costante riduzione è il patrimonio di edilizia sociale pubblica, che su tutto il territorio nazionale è oggi ridotto a meno di un 1 milione di alloggi, contro gli oltre 5 milioni della Francia, ad esempio".
Sono 300mila i giovani che lavorano tra i 20 e 29 anni a rischio povertà. Si tratta di circa 330.000 persone, in crescita rispetto al 2016 di circa 10.000 unità.
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