Censis-Enpaia, 12,1 milioni di donne bevono vino ma responsabilmente

La presentazione del Rapporto Enpaia-Censis a Vinitaly
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Martedì 4 Aprile 2023, 17:47

Il mercato del vino è sempre più dettato dalle donne che nel tempo stanno scoprendo il valore intrinseco e sociale del prodotto. Oltre 12,1 milioni di donne bevono vino e le enoappassionate sono passate dal 38,7% del totale dei consumatori di vino nel 2014 al 41,5% nel 2021, espandendo la propria rilevanza rispetto a quella degli uomini che invece è scesa dal 61,3% al 58,5%. E' quanto emerge dall'Osservatorio sul mondo agricolo Enpaia-Censis, che fotografa il consumo di vino al femminile, presentato in occasione del Vinitaly a Verona. Per quanto riguarda le classi di età, a bere vino sono il 46,1% delle donne con età compresa tra 18 e 34 anni, il 49,1% tra i 35 e 54 anni, il 47,8% tra i 55 e 64 anni e il 43,8% tra le donne con almeno 65 anni. Con riferimento alla professione, dai dati emerge che la quota di donne che beve vino riguarda il 63% delle dirigenti, il 58,9% delle impiegate e dei quadri intermedi, rispetto al 47,9% di chi svolge funzioni più esecutive e al 37,6% delle casalinghe. Secondo i dati presentati a Veronafiere il 50,1% delle donne pratica un consumo ad alta responsabilità, poiché limita le quantità e sceglie cosa bere in base alla qualità dei prodotti.

Il 90,3% delle donne, inoltre, è convinto che sia possibile educare le persone al consumo moderato, maturo e responsabile di vino e alcolici in genere. Mentre per quanto riguarda le preferenze delle donne in termini di tipologie di vino, dall'Osservatorio Enpaia-Censis emerge che il 40,6% delle donne preferisce i vini frizzanti, il 40,1% i rossi fermi, il 30,2% i bianchi fermi, il 29,3% gli spumanti, il 19,2% i rosati, il 12,9% i passiti e liquorosi e l'11,3% gli champagne. Gli uomini, molto più delle donne, concentrano invece le proprie preferenze sui rossi fermi (56,1%) e sui bianchi fermi (34,3%).

Per Giorgio Piazza, presidente della Fondazione Enpaia, e Roberto Diacetti, direttore generale Fondazione Enpaia: «Lo studio che abbiamo voluto presentare in occasione del Vinitaly fotografa un fenomeno che sta assumendo sempre più i connotati di un consumo importante da parte delle donne.

Non si tratta di un consumo massivo, ma intelligente e informato che tiene conto delle tipologie e dell'origine dei prodotti, nonché della loro tradizione. Inoltre nel mondo del vino l'imprenditoria vitivinicola è donna non solo sotto il profilo del consumo ma anche della produzione, dell'attenzione e della ricerca della qualità, della tradizione e della valorizzazione del prodotto». Per Francesco Maietta, Responsabile Area Consumer, Mercati privati, Istituzioni Censis: «nei prossimi anni rispondere alle esigenze del consumo femminile di vino sarà sul mercato italiano una delle sfide maggiori per la filiera».

E secondo Maria Cristina Caretta, Vicepresidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati: «Quando si parla di vino è importante parlare di consumo responsabile. A fronte di una crescita del consumo di vino al femminile, si registra un approccio responsabile e contenuto». «L'Italia è il primo produttore mondiale di vino, per noi è conviviale, abbiamo una cultura del vino - ha ricordato Tiziana Sarnari, analista di mercato Ismea . che è diversa dagli altri Paesi e la moderazione fa parte della nostra quotidianità». Secondo Stefano Mantegazza, segretario generale Uila: «La sfida vera che il settore ha colto e che sta vincendo è quella di far continuare a crescere le nostre esportazioni in termini di prezzo, qualità e quantità». Se il consumo del vino ha tenuto così bene - conclude Cristiano Fini, presidente Nazionale CIA-Agricoltori Italiani - è perché ci siamo aperti a nuovi consumatori. Il mondo femminile ha approcciato in modo intelligente e consapevole verso il consumo di vino e questo fattore ha contribuito a un cambiamento culturale puntando a privilegiare la qualità piuttosto che la quantità«.

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