Cashback, le ragioni della sospensione di Draghi: "Misura onerosa e regressiva"

Cashback, le ragioni della sospensione di Draghi: "Misura onerosa e regressiva"
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Giovedì 1 Luglio 2021, 10:00
(Teleborsa) - "La misura rischia di accentuare la sperequazione tra i redditi, favorendo le famiglie più ricche, con una propensione al consumo presumibilmente più bassa, determinando un effetto moltiplicativo sul PIL non sufficientemente significativo a fronte del costo della misura". Questo il principio alla base dello stop al cashback deciso ieri dal governo con l'approvazione del decreto-legge che introduce misure urgenti in materia fiscale, di tutela del lavoro, dei consumatori e di sostegno alle imprese.

Per il presidente del Consiglio Mario Draghi "il cashback ha un carattere regressivo ed è destinato ad indirizzare le risorse verso le categorie e le aree del Paese in condizioni economiche migliori". La maggiore concentrazione dei mezzi alternativi al contante si registra, infatti, tra gli abitanti del Nord e, più in generale delle grandi città, con un capofamiglia di età inferiore a 65 anni, un reddito medio-alto e una condizione diversa da quella di operaio o disoccupato. Anche se non esistono a tutt'oggi dati specifici a riguardo, per Draghi è, dunque, presumibile che siano queste categorie a trarre i maggiori benefici dal cashback e dai bonus e superbonus collegati.

Secondo il presidente del Consiglio non esiste, inoltre, alcuna obiettiva evidenza della maggiore propensione all'utilizzo dei pagamenti elettronici da parte degli aderenti al Programma. Quasi il 73 per cento delle famiglie già spende tramite le carte più del plafond previsto dal provvedimento. Pertanto la tesi è che la maggior parte potrebbe ricevere il massimo vantaggio anche senza intensificare l'uso delle carte. D'altro canto, per il premier, è invece improbabile che chi è privo di carte o attualmente le usa per un ammontare inferiore al plafond possa effettivamente raggiungerlo, perché la maggior parte di loro non può spendere quelle cifre.

Sulla bocciatura del cashback ha contribuito anche l'onerosità della misura, pari a 4,75 miliardi di euro, che – ha sottolineato Draghi – deve essere valutata non solo in relazione ai benefici attesi, ma anche del costo e dell'attuale quadro economico e sociale. Un quadro che nel 2020, secondo i dati Istat, ha visto l'entrata in povertà assoluta di 335mila nuovi nuclei familiari e oltre 1 milione di persone in più.


In conclusione, a fronte degli effetti regressivi, dei costi e delle criticità applicative, per il premier non possono a tutt'oggi stimarsi effetti significativi sul gettito. Al contrario, – questa la riflessione di Draghi – è probabile che le transazioni elettroniche crescano per effetto del Cashback soprattutto in settori già a bassa evasione, come la grande distribuzione organizzata che, secondo l'Istat, assorbe quasi la metà della spesa al dettaglio, piuttosto che in quelli critici.

Per tali ragioni il decreto-legge punta su misure alternative per promuovere l'utilizzo della moneta elettronica in funzione di contrasto dell'evasione fiscale incentivando fortemente l'impiego di POS collegati a registratori di cassa attraverso crediti d'imposta per l'acquisto, il noleggio e l'uso di tali dispositivi e, per chi se ne avvale, per l'azzeramento delle commissioni da pagare per le transazioni. Il decreto destina le risorse che si rendono conseguentemente disponibili con la sospensione del programma cashback e supercashback nel secondo semestre del 2021, a finanziare interventi di riforma in materia di ammortizzatori sociali.

Di parere opposto il Movimento 5 stelle che continua a sostenere la validità del cashback. "Il pressapochismo delle destre di carta non intacca il governo, finché i numeri ci daranno ragione le nostre proposte resteranno in piedi. Il cashback è certamente una misura transitoria ma non ha esaurito la propria efficacia, ecco perché è utile insistere – ha commentato su suo profilo Facebook la ministra per le politiche giovanili, Fabiana Dadone –. È una misura che è costata poco e ha prodotto molto di più per molti suoi aspetti positivi. Non è volontà del governo arretrare sulla lotta all'evasione ma parte una ricognizione delle proposte in atto per collegare l'incentivo, nella fase post pandemica dei commercianti, ai vari tipi di pagamento".





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