Case green dal 2030, ma alcuni edifici potrebbero salvarsi. La svolta dell'Europa sulle emissioni sembra poter risparmiare alcune tipologie di immobili, come gli edifici storici e quelli con consumi complessivi durante l’anno molto limitati. L'elenco delle case “escluse” dalla direttiva Ue è però ancora incerto. La stretta di Bruxelles specifica che entro dieci anni tutti gli immobili residenziali dovranno raggiungere almeno la classe energetica E, poi dopo altri tre anni, nel 2033, sarà necessario un altro scatto e arrivare alla classe D. Tra il 2040 e il 2050, invece, l’obiettivo è quello di raggiungere le emissioni zero. Ciò significa che «gli edifici dovranno consumare poca energia, essere alimentati per quanto possibile da fonti rinnovabili, e non dovranno emettere in loco emissioni di carbonio da combustibili fossili» ha spiegato l'Unione Europea.
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Case green, quali sono escluse?
Un primo elenco provvisorio lo fa il Sole24Ore.
L'ultima categoria riguarda le seconde case. Secondo le bozze della direttiva, gli edifici residenziali che sono usati meno di quattro mesi all’anno o con un consumo energetico previsto inferiore al 25% del consumo che risulterebbe da un utilizzo durante tutto l’anno, potrebbero essere escluse. Alcune eccezioni invece sono già previste, come gli edifici di culto e le strutture temporanee (uffici di cantiere o stabilimenti balneari).