Cartelle esattoriali, con il rinvio salvagente anche per chi non ne ha bisogno

Cartelle esattoriali, con il rinvio salvagente per tutti, anche per chi non ne ha bisogno
di Michele Di Branco
4 Minuti di Lettura
Lunedì 19 Ottobre 2020, 01:07 - Ultimo aggiornamento: 18:41

La moratoria sulla riscossione offre ancora un po' di ossigeno ai contribuenti: le cartelle fiscali (che sarebbero dovute ripartire il 16 ottobre) si fermano fino a fine anno attraverso un meccanismo che prevede la sospensione dei versamenti, della notifica di nuove cartelle e dell’invio di altri atti della riscossione, compresa la possibilità per l’Agenzia delle Entrate di avviare azioni cautelari ed esecutive, come fermi amministrativi, ipoteche e pignoramenti. La scelta del governo estende l’arco temporale degli interventi agevolativi già contenuti nel Decreto “Cura Italia” e nel successivo Decreto Rilancio. Il che vuol dire che il 1° gennaio 2021, a meno di ulteriori stop, l’attività di riscossione riprenderà la sua marcia dopo ben 9 mesi blocco. Il congelamento della riscossione avrà effetti positivi per chi presenta la richiesta di rateizzazione dei propri debiti fiscali entro il 31 dicembre. Si potrà infatti beneficiare di regole più flessibili sulla decadenza dalla rateazione. Oggi, infatti, servono 5 mancati pagamenti per vedersi negata la dilazione e tornare così ai meccanismi ordinari della riscossione. Con la novità portata dal nuovo decreto le rate non pagabili raddoppiano solo dopo dieci mancati appuntamenti con le casse, anche non consecutivi, si perderà il beneficio dilazionato per i versamenti. Non solo: fino a fine anno sarà operativa la sospensione degli obblighi derivanti dai pignoramenti presso terzi, effettuati dal fisco su stipendi, salari o altre indennità relative al rapporto di lavoro o impiego, nonché a titolo di pensioni e trattamenti assimilati. Pertanto, per tutto l’ultimo scorcio del 2020 le somme oggetto di pignoramento non devono essere sottoposte ad alcun vincolo di indisponibilità ed il soggetto terzo deve renderle fruibili al debitore. E questo anche in presenza di assegnazione già disposta dal giudice dell’esecuzione.

Benché i numeri del ministero dell’Economia mostrino che oltre il 60% dei morosi abbia continuato a pagare le cartelle esattoriali anche durante il blocco, il governo (che in primavera, inizialmente, aveva deciso di aiutare solo i contribuenti delle “zone rosse”) ha deciso per uno stop generalizzato. Dunque nessuna distinzione sulle prime nuove 9 milioni di cartelle (1,6 milioni nel Lazio, 1,1 milioni in Campania e 961 mila in Lombardia) che erano in rampa di lancio nelle prossime ore. E che hanno un impatto sul deficit calcolato in circa 165,5 milioni di euro. Il fisco non farà distinzione tra chi è in reale difficoltà economica e chi, tutto sommato, può permettersi di pagare estinguere il suo debito. Per accedere al piano straordinario riservato a chi è in difficoltà è necessario dimostrare di non essere in grado di estinguere il debito con il piano ordinario (che prevede 72 rate mensili), condizione che si verifica quando l’importo della rata è superiore al 20% del reddito mensile del nucleo familiare, risultante dall’Isee. Si tratta di migliaia di casi, certo. Ma, per fortuna, di una larga minoranza. La maggior parte delle cartelle in sospeso – circa 9 su 10 – sono infatti di importo inferiore ai 5 mila euro. In particolare ce ne sarebbero 6,5 milioni (in pratica il 73% del totale) sotto i 1.000 euro, 1,5 milioni tra 1.000 e 5 mila euro e solo 881 mila oltre questa soglia. L’alto numero dei “tagli piccoli” è, molto probabilmente, una delle ragioni per le quali il governo, fino a poche ore fa, era contrario a proseguire con la moratoria, considerando sostenibile il debito per i cittadini.

Occorre inoltre ricordare che le cartelle riguardano solo in parte le contestazioni relative alle imposte non dichiarate o non versate: solo il 36% delle richieste arriva dall’Agenzia delle Entrate. Una quota del 18% delle cartelle è invece relativa a richieste in arrivo dagli enti locali, per lo più multe stradali non pagate. E quanto ai versamenti fiscali veri e propri, anche questi erano stati oggetto di sospensione a seguito della crisi da Covid; ma come ha notato lo stesso ministro dell’Economia Gualtieri, molti contribuenti hanno comunque scelto di fare il proprio dovere, generando un gettito superiore di circa 7 miliardi rispetto alle stime dell’esecutivo.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA