Cartelle esattoriali, due mesi in più: si riparte a settembre. Tempi lunghi per le rate

Cartelle esattoriali, due mesi in più: si riparte a settembre. Tempi lunghi per le rate
di Luca Cifoni
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Mercoledì 16 Giugno 2021, 21:56 - Ultimo aggiornamento: 17 Giugno, 16:36

Stop all’invio di cartelle e accertamenti per altri due mesi, con ripresa quindi dell’attività di riscossione a settembre. Tempi più scadenzati per la ripresa dei pagamenti rateali, per evitare l’ingorgo che si potrebbe creare a partire da agosto. Rinvio almeno fino a metà estate anche per l’acconto delle imposte dirette che i contribuenti sottoposti agli Isa (indicatori sintetici di affidabilità fiscale). Rimborso della rata di acconto dell’Imu versata dai proprietari che non hanno la disponibilità del proprio immobile a causa del blocco degli sfratti che si protrae ormai da 15 mesi. Alla Camera c’è un’intesa ampia sul pacchetto fiscale che si concretizzerà con gli emendamenti al decreto Sostegni bis e sostanzialmente su questi punti è stato trovato anche il consenso del governo, salvo la necessità di alcuni approfondimenti tecnici.

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LA PROTESTA

Ancora controversa invece la questione dei licenziamenti, su cui si proietta anche l’ombra della protesta annunciata dai sindacati.

All’interno della maggioranza non mancano le spinte per una proroga significativa del divieto di mettere alla porta i dipendenti. Ma si potrebbe prospettare invece una soluzione differenziata selettiva per settori: si sta facendo strada in particolare l’idea di condizionare un eventuale prolungamento del blocco alla percentuale di uso della cassa integrazione ordinaria.

Intanto in commissione bilancio proseguono le attività che porteranno all’inizio delle votazioni sul provvedimento, atteso per la prossima settimana dopo la formalizzazione dei vari pareri da parte del governo. La fase è quella degli emendamenti “segnalati”, che dovrebbero poco meno di 500: si tratta delle proposte di modifica più importanti segnalate dalle varie forze politiche, vista l’impossibilità materiale di votare le migliaia di emendamenti presentati e sopravvissuti al vaglio dell’ammissibilità.

Le correzioni dovrebbero essere significative: a disposizione c’è la dote di circa 800 milioni riservata agli interventi parlamentari, ma si guarda anche ai circa 4 miliardi che nono dovrebbero essere usati per i contributi a fondo perduto, vista l’adesione delle imprese che si è rivelata minore delle aspettative. Questi soldi resterebbero comunque al mondo delle imprese sia attraverso l’innalzamento della soglia di fatturato entro la quale scatta l’ammissione al beneficio (da 10 a 15 milioni) sia attraverso il potenziamento del canale alternativo del “conto economico” ovvero l’attribuzione dell’importo sulla base delle perdite di bilancio effettivamente subita, invece che del calo di fatturato. Un altro intervento a vantaggio del mondo produttivo riguarderà il rifinanziamento della legge Sabatini per gli investimenti in macchinari e attrezzature.

Per quanto riguarda cartelle esattoriali e accertamenti, attualmente la ripresa dopo il blocco iniziato in concomitanza con la crisi Covid è fissata al primo luglio, con pagamenti da effettuare entro un mese e dunque al massimo il 2 agosto vista la scadenza nel fine settimana. Il governo, pur consapevole che prima o poi bisognerà tornare alla normalità, sarebbe orientato a concedere altri due mesi: gli invii da parte dell’Agenzia delle Entrate riprenderebbero da settembre, con possibilità di versare fino a fine mese. Con l’occasione verrebbe smaltito anche l’accumulo di scadenze per chi ha optato per la rateizzazione con la rottamazione “ter” o il “saldo e stralcio”.

LA SCADENZA

Quanto alla scadenza per il versamento delle imposte dirette, fissata per legge al 30 giugno, si ragiona su un rinvio a vantaggio dei contribuenti coinvolti nell’Isa: nello scenario minimale sarebbe al 20 luglio, ma la spinta è per arrivare un mese dopo o anche a fine settembre (come avvenne nel 2019). C’è però da tener presente che il ministero dell’Economia avrebbe bisogno di conoscere l’entità degli introiti fiscali in tempo per redigere la nota di aggiornamento al documento di economia e finanza (Nadef). E intanto la Lega, tra i partiti più attivi sul fronte fiscale, propone già di alleggerire la successiva scadenza, quella di novembre, dilazionando il versamento nell’arco dei mesi successivi: questo nell’ipotesi che lo scavallamento dell’anno non crei problemi al governo sul fronte strettamente contabile.
 

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