Caro prezzi, scatta l'inchiesta: Guardia di Finanza in allerta contro la speculazione. Coldiretti: «Aumenti ingiustificati»

Il governo studia una serie di interventi: già avviato il monitoraggio del mercato

Caro prezzi, scatta l'inchiesta: Guardia di Finanza in allerta contro la speculazione. Coldiretti: «Aumenti ingiustificati»
di Umberto Mancini
4 Minuti di Lettura
Domenica 7 Maggio 2023, 00:06 - Ultimo aggiornamento: 8 Maggio, 08:58

C’è la spinta della speculazione dietro gli aumenti non giustificati dei beni di consumo. Si spiega così il fatto che anche se il prezzo del grano duro scende quello della pasta sale. Per questo, per capire meglio il fenomeno, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha dato mandato al Garante per la sorveglianza dei prezzi, Benedetto Mineo, di convocare la Commissione di allerta rapida. E proprio dopo il summit, convocato per giovedì dal sottosegretario leghista Massimo Bitonci, potrebbero scattare i controlli a tappeto della Guardia di Finanza, come già accaduto del resto con il caro benzina. L’idea, anche se non ci sono ancora conferme ufficiali, è sul tavolo e si inquadra nella manovra più ampia del governo per contenere le tensioni e proteggere il potere d’acquisto delle famiglie. Il monitoraggio sui prezzi è invece in corso proprio per raccogliere il maggior numero di dati possibile. A spingere per l’attivazione della Gdf è, tra gli altri, la Coldiretti. «È importante - dice al Messaggero il presidente Ettore Prandini - la convocazione della Commissione di allerta rapida per fare chiarezza, insieme al ministero della sovranità alimentare, sulle dinamiche dei prezzi dal campo alla tavola ed individuare eventuali  pratiche sleali e speculazioni nella filiera della pasta sulle quali possa indagare al più presto la Guardia di finanza a garanzia degli agricoltori e dei consumatori».

Come accennato nella riunione di giovedì sul tavolo un ordine del giorno scarno: analizzare il perché solo a marzo la pasta è costata il 17,5% in più rispetto allo stesso mese del 2022. Un rincaro apparentemente senza motivazioni visto che il costo della materia prima è calato e i costi dell’energia, dopo un’impennata dovuta allo scoppio della guerra in Ucraina, si sono decisamente normalizzati. Non è escluso che la commissione allarghi la visione affrontando anche altri casi. Ma a scendere in campo non sarà probabilmente solo la Gdf, anche il Codacons ha chiesto l’intervento dell’Antitrust per individuare eventuali criticità nella filiera distributiva fino al livello dei dettaglianti.

Nei passaggi cioè - dicono in coro le associazioni dei consumatori - in cui si formano le distorsioni sui prezzi. «La riunione del comitato - dice il ministro Urso - servirà a chiarire quale sia stata la dinamica dei prezzi che ha suscitato allarme tra i consumatori anche perché riguarda un bene primario come la pasta, centrale nella nostra alimentazione». «Aumenti - conclude - che colpiscono i beni primari con effetti immediati sui consumi delle famiglie e principalmente dei ceti popolari».

IL SIMBOLO
La pasta d’altronde è fondamentale per l’economia italiana. Basti pensare che ogni italiano ne consuma mediamente 23,5 chili all’anno e che l’Italia si accaparra circa un quarto della produzione mondiale annua, per un fatturato totale di circa 20 miliardi di euro. Coldiretti ricorda che il grano duro per la pasta viene pagato in Italia circa 32-36 centesimi al chilo ad un valore che non copre i costi di produzione ed è inferiore di oltre il 30% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, mentre il prezzo della pasta è aumentato il doppio dell’inflazione. «Una distorsione - si spiega - che appare chiara anche dall’andamento dei prezzi medi al consumo che secondo l’Osservatorio del ministero del Made in Italy variano per la pasta da 2,3 euro al chilo di Milano ai 2,2 euro al chilo di Roma, dagli 1,85 di Napoli ai 1,49 euro al chilo di Palermo.
Sulla stessa linea i dati dell’associazione dei consumatori Assoutenti che ha stilato la mappa ufficiale delle città italiane più care per la pasta. Sul podio c’è Ancona (2,44 euro al kg), la più economica, è, invece, Cosenza (1,48 euro al chilo). 

Ma, confrontando i prezzi attuali con quelli di marzo 2022, i rincari più pesanti si registrano in diverse province della Toscana: il record spetta a Siena, dove un chilo di pasta sale da una media di 1,37 euro/al kg dello scorso anno ai 2,17 euro di oggi, con un aumento del 58,4%. 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA