A guidare la classifica l'aumento delle bollette della luce (che preoccupa, tra molto e abbastanza, il 93% degli intervistati), seguito da quello dei prezzi delle materie prime (92%), delle bollette del gas (91%), dei beni di consumo (90%), dei prodotti alimentari (88%). L'87% degli intervistati afferma di essere preoccupato per l'inflazione. "Valori più alti si registrano nel ceto popolare, la cui percentuale più alta di preoccupazione si registra per l'aumento dei prezzi dei beni di consumo", sottolinea lo studio.
Per quanto riguarda i settori e i prodotti che hanno registrato i maggiori rincari, gli italiani indicano al top gas, energia elettrica, benzina e gasolio (indicati dal 96% degli intervistati), seguiti, nei primi posti, da frutta e verdura (91%), pane e pasta (86%), carne (84%), pesce (82%), formaggi (78%). Anche in questo caso, a percepire maggiormente gli aumenti è il ceto popolare, soprattutto per quanto riguarda i prodotti alimentari (il 95% per frutta e verdura, il 90% per pane e pasta, l'88% per la carne).
"Conseguenza diretta dei rincari, la previsione di dover ridurre o tagliare in modo consistente (fino alla rinuncia) i propri consumi; una tendenza che sarà più marcata per i giovani tra i 18 e i 30 anni, i residenti nel mezzogiorno e le classi sociali più basse", afferma l'Osservatorio Legacoop. Anche qui, al top il gas e l'energia elettrica, con il 79% degli intervistati che prevede riduzioni di consumo (il 49% di entità limitata, il 26% tagli consistenti, il 4% la rinuncia). Al secondo posto l'abbigliamento con il 71% di riduzioni (per il 39% limitate, per il 23% consistenti, per il 9% la rinuncia) e al terzo, sempre con il 71% complessivo, la benzina e il gasolio (per il 44% limitate, per il 23% consistenti, per il 4% la rinuncia). Seguono le scarpe, con riduzioni dei consumi del 68% (40% limitate, 21% consistenti, 8% rinuncia), i cosmetici con riduzioni del 67% (37% limitate, 20% consistenti, 10% rinuncia), la carne con riduzioni dei consumi del 61% (41% limitate, 15% consistenti, 5% rinuncia).
Il tema dei rincari influenza anche le aspettative per il futuro. Il 53% degli intervistati (con punte del 79% nel ceto popolare, del 65% nel ceto medio-basso, del 57% tra gli over 50) prevede un futuro di segno negativo, per la propria famiglia, sotto il profillo della situazione economica. Sempre il 53% (con punte del 77% nel ceto popolare, del 65% nel ceto medio-basso, del 59% tra gli over 50) esprime un giudizio analogo sotto il profilo della capacità di risparmio.
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