Il caro bollette si abbatte, come previsto, sui prezzi al consumo di beni primari, pane, pasta e tazzina al bar. Aumenti a 2 cifre, in alcuni casi, che portano l'indice generale elaborato dall'Istat a toccare nuovi livelli record. E con l'aumento generale dei prezzi sale anche il debito delle famiglie italiane: al 31 dicembre 2021, segnala la Cgia di Mestre, ammontava complessivamente a 574,8 miliardi di euro (+21,9 miliardi rispetto a un anno prima) con un importo medio per nucleo famigliare di 22.237 euro e con uno scarto positivo di 851 euro rispetto al 2020. Secondo la Cgia si tratta di una «situazione grave» soprattutto per «il rischio di usura» a carico di famiglie, piccole imprese e partite Iva.
Caro-bollette, l'allarme delle associazioni
La situazione allarma le associazioni dei consumatori.
Aumenti a due cifre per pane e pasta vengono invece segnalate da Assoutenti che invita tutte le associazioni ad unirsi in una assemblea generale indetta per il prossimo 6 aprile e finalizzata a presentare al Governo un pacchetto di misure contro i rincari. L'Istat - spiega l'associazione - registra a marzo un incremento dei prezzi del 5,8% per il pane e del 13% per la pasta, ma se si analizzano i listini medi delle varie province italiane pubblicate dal Mise, si scopre che per il pane la città che nell'ultimo mese registra i rincari più elevati è Terni, con i prezzi medi che rispetto al mese precedente salgano del +9,9%, da 2,22 euro al kg a 2,44 euro - analizza Assoutenti - A poca distanza troviamo Cremona, con aumenti al dettaglio dell'8,4% su base mensile, mentre al terzo posto tra le città dove il pane rincara di più si piazza Padova (+6%). La situazione peggiora sul fronte della pasta, e la Calabria si aggiudica la maglia nera dei rincari: a Catanzaro il prezzo al chilo passa in un solo mese da 1,22 euro a una media di 1,41 euro, con un incremento del +15,6%. A Reggio Calabria si registra un aumento del +13%, simile a Cosenza (+12,5%).
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