"Questa nostra proposta - spiega De Fecondo - non è stata valutata come una proposta campata in aria ma come una proposta realizzabile, fermo restando che ci sono ancora dei passaggi da effettuare, sui quali come associazione dei piccoli azionisti non possiamo intervenire".
"Auspichiamo una soluzione di mercato che passi per l'assemblea. La nazionalizzazione, invece, è un'ipotesi estrema che non prendiamo neanche in considerazione perché la situazione di Carige è notevolmente diversa da quella di Veneto Banca, Popolare di Vicenza o Banca Etruria. Carige infatti al momento rispetta i parametri patrimoniali che la BCE ha richiesto. Sono storie completamente diverse che è sbagliato mettere a confronto".
Gli scenari possibili per Carige sono essenzialmente tre: la vendita a un partner più forte, la nazionalizzazione o un intervento del regolatore.
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