"La distribuzione carburanti – evidenziano gli operatori del settore – è classificata come servizio pubblico essenziale, dovendo garantire, pur nelle attuali come già nelle passate circostanze emergenziali, la continuità e regolarità dell'attività, nell'interesse della collettività, per consentire lo spostamento delle persone ed il trasporto di ogni genere di merci. Ne consegue – spiegano Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio – che i gestori, oltre a subire contrazioni drammatiche del proprio fatturato per effetto delle restrizioni alla mobilità e del coprifuoco notturno, non hanno alcuna possibilità di contenere i notevoli costi fissi necessari a mantenere l'attività di distribuzione a disposizione del pubblico". Una condizione, lamentano, "che, già in questi giorni, sta causando sul territorio chiusure incontrollate e forzate, a causa della mancanza di liquidità e della impossibilità di acquistare forniture di prodotti". Secondo le associazioni di categoria queste circostanze "preludono all'ormai prossimo progressivo fallimento delle piccole imprese di gestione, con riflessi drammatici sui livelli occupazionali del settore che dà lavoro a quasi 100mila persone".
Contro la decisione dei benzinai di attuare una serrata sulle strade del Paese sono insorte le associazioni dei consumatori. "È uno sciopero illegittimo", tuona l'Unione nazionale consumatori, sollecitando l'intervento sia del Garante degli scioperi che del Governo a convocare subito le parti. "Anche se le ragioni dei benzinai sono condivisibili, assurdo escluderli dai decreti Ristori, è chiaro che, chiudendo gli impianti, i benzinai passano dalla parte del torto", sottolinea Massimiliano Dona, presidente dell'Unc. Per il Codacons lo sciopero è "illegale" e causerà "disagi immensi" ai cittadini. "Ancora una volta non possiamo assistere agli utenti che vengono presi in ostaggio da sindacati e organizzazioni di categoria", denuncia il presidente Carlo Rienzi. L'associazione presenterà "un immediato esposto" al Garante e chiede anche che i lavoratori vengano precettati.
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