Cantiere Ponte Morandi, l'Antimafia blocca un'impresa

Cantiere Ponte Morandi, l'Antimafia blocca un'impresa
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Martedì 14 Maggio 2019, 15:30 - Ultimo aggiornamento: 15 Maggio, 09:07
Prima interdittiva antimafia per la ricostruzione del Ponte Morandi, crollato il 14 agosto 2018 a Genova. La DIA di Genova ha notificato il procedimento alla Tecnodem di Napoli ritenuta permeabile alla criminalità organizzata: a seguito della notizia, il commissario per la ricostruzione Marco Bucci ha annunciato la risoluzione del contratto.

L'azienda si occupa di demolizione di materiale ferroso e partecipa alla ricostruzione del viadotto genovese da febbraio quando è stata inserita tra le ditte subappaltatrici per la demolizione e la bonifica di impianti tecnologici per 100mila euro. Il committente è Fratelli Omini.

Amministratrice e socio unico è Consiglia Marigliano, senza esperienze professionali di settore, consuocera di Ferdinando Varlese, pregiudicato napoletano domiciliato a Rapallo, dipendente della società. Tra le condanne di Varlese spicca quella della Corte d'appello di Napoli (1986) per associazione a delinquere che rivela rapporti con il clan Misso-Mazzarella-Sarno, dell'organizzazione camorristica "Nuova Famiglia" con boss Michele Zaza e il nipote Ciro Mazzarella, e una del 2006 che testimonia rapporti con il clan D'Amico.

"Grazie alla Dia di Genova. È la dimostrazione che i controlli di legalità sul grande cantiere funzionano anche con procedure estremamente snelle e semplificate. Andiamo avanti per il nuovo ponte sul Polcevera in trasparenza, efficienza e rapidità", è il commento del ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli affidato a Twitter.

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