Btp Futura, un titolo garanzia: può rendere fino al 3%. Ecco tutti i segreti del collocamento

Btp Futura, un titolo garanzia: può rendere fino al 3%. Ecco tutti i segreti del collocamento
di Rosario Dimito
10 Minuti di Lettura
Lunedì 6 Luglio 2020, 22:20

Dopo Btp Italia, Tesoro ha lanciato lunedì 6 luglio il BTP Futura, titolo di stato nominale a tasso fisso, con una struttura a cedole crescenti e un “premio fedeltà” legato alla performance di crescita (e inflazione) domestica, rivolto alla clientela retail. Le prime valutazioni, una volta annunciate le cedole minime e sulla base di una stima del “premio fedeltà”, considerano questa emissione interessante, soprattutto per chi intende detenere il titolo fino a scadenza.
Il Btp Futura configura un tipo di titolo di stato le cui caratteristiche generali sono durata a lungo termine (8-10 anni), tasso fisso con cedole crescenti e “premio fedeltà” per chi detiene il titolo dall’emissione alla scadenza. 

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Per questo BTP Futura la durata è di 10 anni; le cedole prevedono tre scalini (1,15% per i primi 4 anni, 1,30% per i successivi tre anni e 1,45% per gli ultimi tre anni) e un “premio fedeltà” – corrisposto in un’unica soluzione alla scadenza del titolo – che sarà pari all’andamento medio del PIL nominale nel periodo di vita del titolo, con un pavimento all’1% e un tetto massimo al 3%. Il Tesoro si riserva, prima dell’entrata in vigore del secondo e del terzo scalino e in caso di variazione delle condizioni di mercato, di modificare il secondo e il terzo tasso cedolare, ma solo verso l’alto.

Il periodo di collocamento è di 5 giorni, dal 6 al 10 luglio, con taglio minimo di negoziazione pari a 1.000 euro e un prezzo fisso pari a 100. Nella giornata di esordio ha raccolto 2,37 miliardi. Il piazzamento non prevede riparti né tetto massimo assicurando la completa soddisfazione degli ordini, salvo facoltà da parte del Ministero di chiudere anticipatamente l’emissione. L’eventuale chiusura anticipata non potrà comunque avvenire prima di mercoledì 8 luglio. L’ammontare emesso sarà una variabile chiave per poter valutare la liquidità del titolo.

Date le cedole minime comunicate venerdì 3 luglio, il tasso medio sui 10 anni della prima emissione è circa 1,29%, a fronte di un rendimento sul decennale a 1,25%.
Al tasso medio si somma, per chi detiene il titolo per tutta la sua durata, un “premio fedeltà” che dipende dalla media della crescita reale e dell’inflazione durante il periodo di riferimento. Secondo un’analisi riservata di Intesa Sp la variazione a/a del PIL a prezzi costanti dal 2021 al 2029 potrebbe essere in media pari all’1,3%, soprattutto grazie al contributo del rimbalzo atteso per il prossimo anno, superiore al
6%. Quanto all’inflazione, approssimata dalla variazione percentuale a/a dei prezzi al consumo, la stima di Intesa Sp per la media di periodo è pari all’1,5%. Date queste valutazioni, il “premio fedeltà” potrebbe essere vicino al 3%, per un extra-rendimento medio di circa 25pb.

Le valutazioni sul rendimento medio e sul potenziale “premio fedeltà”, unite anche all’opzione del

Tesoro di aumentare gli ultimi due scalini di cedole in caso le condizioni di mercato si facessero meno convenienti per i risparmiatori che volessero detenere il titolo fino a scadenza, rappresentano importanti punti di forza del titolo in termini generali e, in particolare, di questa prima emissione. L’obiettivo del Tesoro è incrementare la quota di debito pubblico in mano a creditori poco influenzabili dalle oscillazioni di mercato di breve periodo. In questo senso i piccoli risparmiatori privati, invogliati dalle caratteristiche stesse del titolo a detenere il bond per tutta la sua durata, rappresentano il target principale e, nella fattispecie, sono i destinatari della nuova tipologia di obbligazione. Più in generale, l’obiettivo del Tesoro è, come confermato dal responsabile della gestione del debito pubblico Davide Iacovoni, ampliare e diversificare il panorama dei detentori del debito italiano, anche alla luce delle necessità di finanziamento decisamente aumentate per l’anno in corso, dovute alle misure fiscali per contrastare la recessione post-pandemia.
Le caratteristiche del BTP Futura sono:
▪ durata di 10 anni per questa prima emissione;
▪ destinazione esclusiva alla clientela retail;
▪ comunicazione dei tassi cedolari annui nominali minimi garantiti prima dell’emissione;
▪ cedole semestrali nominali crescenti nel tempo (meccanismo “step-up”), in particolare per
questa emissione calcolate in base ad un tasso cedolare fisso per i primi 4 anni, che aumenta
una prima volta per i successivi 3 anni ed una seconda volta per gli ultimi 3 anni di vita del
titolo;
▪ “premio fedeltà” legato alla crescita del PIL nominale italiano, per chi acquista il titolo
all’emissione e lo detiene fino a scadenza;
▪ emissione volta a supportare il rilancio dell’economia del Paese, contribuendo al
finanziamento delle spese in risposta all’emergenza da COVID-19.
Il Tesoro ha testato con successo il coinvolgimento diretto della clientela retail già diverse volte dall’introduzione nel 2012 del BTP Italia, titolo indicizzato all’inflazione rispetto al quale il BTP Futura presenta alcune analogie ma anche molte differenze. La prima analogia è, come detto, il target rappresentato dai piccoli investitori che, nel caso del BTP Futura, diventa esclusivo perché non è prevista una fase di collocamento destinata agli istituzionali. Anche le modalità di collocamento sono identiche a quelle del BTP Italia. Invece, si allunga l’orizzonte dell’investimento, che con il BTP Futura avrà una durata fra 8 e 10 anni (10 anni per questa prima emissione). Anche sul rendimento si concentrano due novità-chiave. Mentre il BTP Italia è un bond a tasso variabile (in quanto per ogni cedola alla componente reale fissa si somma quella incerta legata all’inflazione), il BTP Futura è un titolo nominale (quindi non legato all’inflazione), a tasso fisso con cedole crescenti negli anni ma già note all’emissione. Il meccanismo dello “step-up” è il primo strumento attraverso cui il Tesoro punta alla fedeltà del risparmiatore, che ottiene un flusso crescente nel corso degli anni. Il secondo strumento studiato per invogliare il risparmiatore a detenere il titolo fino a scadenza è il “premio fedeltà”, ossia una quota del nominale investito che viene corrisposta una sola volta a scadenza a chi ha comprato il titolo in emissione e lo ha tenuto in portafoglio per l’intera durata. Il “premio fedeltà” del BTP Futura è decisamente interessante, potendo arrivare ad essere ben più alto di quello del BTP Italia, che era del 4 per mille (raddoppiato all’8 per mille nell’ultima emissione). Il premio del BTP Futura sarà variabile tra l’1% e il 3%: spalmando l’extra-rendimento a scadenza per la durata del titolo si ottiene un aumento annuo che oscilla da circa 10pb nel caso peggiore a circa 30pb in quello migliore. Il parametro di riferimento per il premio è la crescita del PIL nominale (con un pavimento all’1% e un tetto al 3%): giocherà pertanto un ruolo importante non solo la crescita ma anche l’inflazione, anche se il titolo non è indicizzato, a differenza del BTP Italia. Il primo anno di riferimento sarà il 2021 quando, dopo il crollo di quest’anno, tutte le previsioni puntano ad un sostanzioso rimbalzo del PIL (6,14% per il PIL nominale, secondo le ultime previsioni ufficiali contenute nel DEF di aprile).
Possono partecipare al collocamento le persone fisiche, a
prescindere dalla loro classificazione, e i soggetti al dettaglio, con esclusione di controparti qualificate e clienti professionali di diritto e società di gestione e fiduciarie autorizzate.
La serie dei tassi cedolari minimi garantiti di questa prima emissione del BTP Futura è stata comunicata venerdì 3 luglio, mentre i tassi cedolari definitivi saranno annunciati alla chiusura del collocamento e non potranno comunque essere inferiori ai tassi cedolari minimi garantiti. Inoltre, il tasso cedolare dei primi 4 anni resterà invariato mentre, in base alle condizioni di mercato, potranno essere rivisti al rialzo i tassi successivi al primo. L’opzione che si riserva il Tesoro di poter aumentare gli ultmi due tassi delle cedole rientra nell’ottica di incoraggiare l’investitore a detenere il titolo fino a scadenza. La ratio è infatti di continuare, tra quattro e/o tra sette anni, a rendere conveniente per un investitore privato detenere il titolo fino alla scadenza piuttosto che venderlo, anche in un contesto di rendimenti di mercato che nel frattempo sono aumentati. I tassi cedolari minimi sono 1,15% per i primi 4 anni, 1,30% per i successivi 3 anni e 1,45% per gli ultimi tre anni.
Il “premio fedeltà” sarà corrisposto esclusivamente a chi ha acquistato il BTP Futura durante il periodo di collocamento e lo detiene fino alla scadenza. Tale premio sarà pari alla variazione media annua percentuale del PIL nominale italiano calcolata sul periodo che intercorre tra l’anno di emissione del titolo e l’anno precedente quello di scadenza. Il premio finale non potrà essere inferiore all’1% e non potrà eccedere il 3%.
L’ammontare emesso sarà una variabile chiave per poter valutare la liquidità del titolo.
Per quanto concerne il rendimento medio e stime del “premio fedeltà”, le due variabili per valutare il BTP Futura, le prime considerazioni sul BTP Futura, non essendo in circolazione titoli analoghi, possono essere eleborate attraverso due canali di valutazione:
1. il rendimento medio calcolato attraverso il flusso cedolare, confrontandolo con il rendimento
di un analogo bond a tasso fisso con scadenza decennale;
2. la stima del “premio fedeltà” corrisposto a scadenza e la valutazione di quanto tale premio possa contribuire ad incrementare il rendimento medio annuo.
Date le cedole minime garantite, il rendimento medio annuo del BTP Futura sulla durata di vita di 10 anni sarà intorno all’1,30%, circa 5pb superiore al tasso del decennale di riferimento al momento dell’avvio dell’emissione, pari a 1,25%. Di fatto, l’extra-rendimento offerto dal Tesoro in prima battuta non pare paricolarmente robusto, soprattutto considerando le probabili caratteristiche di liquidità del nuovo titolo, che ben difficilmente sarà scambiabile con spread denaro-lettera tanto stretti quanto quelli del decennale benchmark. A questo modesto incremento, si legge nel documento di Intesa Sp, deve essere tuttavia sommato, per chi compra in emissione e detiene il titolo fino a scadenza, il “premio fedeltà” che, come si vedrà nel paragrafo successivo, potrebbe offrire un extra-rendimento ben più sostanzioso. 
Il “premio fedeltà”, si diceva, è un bonus finale che sarà corrisposto esclusivamente a chi acquista i BTP Futura durante il periodo di collocamento e li detiene fino alla scadenza e sarà pariì alla variazione media annua percentuale del PIL nominale italiano calcolata sul periodo che intercorre tra l’anno di emissione del titolo e l’anno precedente quello di scadenza. La serie del PIL nominale italiano su cui calcolare la variazione è quella risultante dall’ultimo aggiornamento presente nella base dati del sito web dell’ISTAT, prima della scadenza del titolo. Il premio finale non potrà essere inferiore all’1% e non potrà eccedere il 3%. Il PIL nominale è composto da una componente reale (PIL reale, ossia a prezzi correnti) e da un deflatore del PIL. Pertanto la variazione del PIL nominale può essere stimata in prima approssimazione dalla somma di una componente reale (quella che indica la crescita di un Paese o di un’area geografica) e una componente inflattiva, legata alla variazione dei prezzi. Di conseguenza, si può stimare il “premio fedeltà” attraverso le stime di crescita e le stime d’inflazione. Il periodo di riferimento nel caso del BTP Futura in emissione è composto da nove variazioni percentuali, dal 2021 al 2029.
In relazione all’andamento della componente reale, per il primo dato rilevato, quello della variazione del PIL da fine 2020 a fine 2021 (ossia la crescita nel prossimo anno), tutte le previsioni puntano ad un risultato molto robusto, dovuto di fatto al rimbalzo dopo il crollo atteso per l’anno in corso a causa delle conseguenze economiche e finanziarie di COVID-19 e delle misure di contenimento. Le nostre previsioni indicano, dopo un crollo della domanda di oltre il 12% per quest’anno, una crescita superiore al 6% per il 2021, a cui dovrebbe seguire un altro incremento a/a superiore all’1% nel 2022. La variazione del PIL reale è attesa poi convergere verso il potenziale, tra lo 0,5% e l’1%. La media rilevante per la stima del “premio fedeltà” si attesterebbe così in area 1,3%.
A questa componente si deve sommare quella inflattiva. Come approssimazione dell’andamento del deflatore del PIL - che rappresenta il passaggio dal PIL nominale (a prezzi correnti) a quello reale (a prezzi costanti) - utilizziamo le previsioni d’inflazione calcolate con l’indice del prezzi al consumo (CPI). Secondo quello che scrive Intesa Sp, la variazione dei prezzi dovrebbe essere prossima allo zero solo quest’anno mentre, a partire dall’anno prossimo, l’inflazione dovrebbe tornare gradualmente a salire fino a convergere intorno all’1,6%, portando così la media per il periodo di riferimento all’1,5%.

Per concludere, il BTP Futura è stato concepito per investitori retail che detengano il titolo in portafoglio fino alla scadenza, con una serie di caratteristiche volte a rendere questa scelta conveniente.

Le valutazioni sul rendimento medio e sul potenziale “premio fedeltà”, unite anche all’opzione del Tesoro di aumentare gli ultimi due scalini di cedole in caso le condizioni di mercato si facessero meno convenienti per i risparmiatori che volessero detenere il titolo fino a scadenza, rappresentano importanti punti di forza del BTP Futura in termini generali e, in particolare, di questa prima emissione.

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